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Crosetto: mai i nostri militari in Ucraina. Tajani: l'Italia è pronta a inviare un suo contingente in Medio Oriente

«La nostra posizione non cambia: abbiamo sempre detto che l’Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari».

A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quanto all’ipotesi che l’Italia possa partecipare a un eventuale intervento armato è categorico: «Assolutamente no! Questo oggi non può metterlo in dubbio nessuno».

Poi spiega: "Perché a differenza di altri, noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione. Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell’Onu».

Per Crosetto, «quello ipotizzato in Ucraina non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini. Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto». E in merito alle parole del presidente francese Macron dice: «Non giudico un presidente di un paese amico come la Francia, ma non comprendo la finalità e l'utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione».

Tajani: "Italia è pronta a inviare un suo contingente"

«Vogliamo la pace anche in Palestina, ci battiamo per la soluzione di due popoli e due Stati, l’Italia è pronta ad inviare un suo contingente nel caso di una risoluzione delle Nazione Unite che garantisca la pace». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo al Kursaal di Merano, in Alto Adige, durante il 66esimo congresso della Suedtiroler Volkspartei. Tajani ha poi affermato: «Come popolari europei abbiamo il dovere di batterci per la pace, messe a rischio da quasi tre guerre (Ucraina, Gaza e Mar Rosso, ndr) e dobbiamo batterci per una pace giusta che garantisca la libertà dei popoli»

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