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Inchiesta Genova, dall'indagine sullo scambio di voti con la 'ndrangheta spunta una maxi frode durante il Covid

Indagando sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista del presidente Giovanni Toti, gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid. In particolare le mascherine, introvabili in piena pandemia e preziose come l’oro nella fase due per scuole e luoghi pubblici. E’ quanto emerge dalle carte depositate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione.

Tra i temi dell’inchiesta genovese, infatti, ci sono i voti, cercati nella comunità riesina e tra gli ambienti legati a Cosa Nostra e alla 'ndrangheta in cambio di posti di lavoro e favori per ottenere case popolari.

«Sono state svolte indagini - scrivono i militari della guardia di finanza nelle informative - nei confronti di un’associazione per delinquere, promossa e capeggiata da Yuri Fergemberger ed Edoardo Boldrini e composta da vari associati e sodali, che, sfruttando l’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19, ha realizzato plurime condotte di illecita commercializzazione di prodotti sanitari, in sfregio anche ad elementari norme di tutela della salute e nell’esclusiva prospettiva di massimizzare i propri illeciti guadagni».

Punto di riferimento per diventare fornitori delle scuole e dunque della Regione doveva essere Domenico Cianci, amministratore di decine di condomini a Rapallo e re delle preferenze alle regionali del 2020. Nelle intercettazioni si sentono due persone, non indagate, che spiegano: «Cianci ok? (...) e con Cianci se si arrivasse a Toti, per le mascherine, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso... sarebbe... sarebbe un bel colpo, eh?», «perché ora le stanno cercando da fare paura». E l’altro interlocutore: «ma per le scuole, dici?». E dall’altro lato la conferma: «perché li si parla di milioni di pezzi... visto che lui vuole una mano... una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso...».

Inchiesta Genova: il figlio di Spinelli risponde per due ore al Gip

E’ terminato dopo quasi due ore l’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, anche lui indagato per corruzione nell’ambito della maxi inchiesta che ha fatto tremare la Liguria, portando ai domiciliari anche il presidente della Regione, Giovanni Toti. Spinelli junior ha risposto alle domande del giudice, primo tra gli indagati a Genova, spiegando - secondo quanto trapela al momento - la sua posizione in merito alle accuse che gli vengono mosse. Al termine, il suo avvocato ha annunciato che chiederà che venga meno la misura cautelare dell’interdizione dallo svolgere l’attività professionale.

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