
Papa Francesco è stato accolto con una vera ovazione al suo ingresso al Generali convention center: la folla di delegati e personalità era in piedi ad applaudire e a urlare di gioia. Il Pontefice è stato accompagnato in sedia a rotelle fin dietro le quinte, poi si è alzato in piedi e, appoggiandosi a un bastone, ha raggiunto la postazione per gli interventi. Tra i presenti, ha preso la parola il cardinale Zuppi. «I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l’unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall’inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque. E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù», ha affermato alla presenza del Papa, a conclusione delle Settimane Sociali. Per Zuppi la democrazia è come una orchestra: «Ogni strumento è importante, ma nell’orchestra tutti hanno bisogno di accordarsi agli altri».
Le parole di Papa Francesco
«Diciamo la verità: è evidente che nel mondo di oggi la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo», ha affermato il Santo Padre. «In Italia è maturato l’ordinamento democratico dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche al contributo determinante dei cattolici. Si può essere fieri di questa storia, sulla quale ha inciso pure l’esperienza delle Settimane Sociali; e, senza mitizzare il passato, bisogna trarne insegnamento per assumere la responsabilità di costruire qualcosa di buono nel nostro tempo. La parola stessa 'democrazia' non coincide semplicemente con il voto del popolo - mi preoccupa il numero ridotto della gente che è andata a votare - ma esige che si creino le condizioni perché tutti si possano esprimere e possano partecipare».
La mancanza di partecipazione
«La partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va allenata, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistiche», ha aggiunto. «In questa prospettiva, come ho avuto modo di ricordare anni fa visitando il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, è importante far emergere «l'apporto che il cristianesimo può fornire oggi allo sviluppo culturale e sociale europeo nell’ambito di una corretta relazione fra religione e società», promuovendo un dialogo fecondo con la comunità civile e con le istituzioni politiche perché, illuminandoci a vicenda e liberandoci dalle scorie dell’ideologia, possiamo avviare una riflessione comune in special modo sui temi legati alla vita umana e alla dignità della persona».
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