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Istruttoria Antitrust sugli influencer, 6 nel mirino. Ecco chi sono

Tempi duri per il «consulente marketing più pagato al mondo», «creatore di milionari», e il «re di Linkedin», come si presentano sui loro profili social. L'Antitrust ha stretto i controlli sugli influencer con istruttorie aperte nei confronti di sei persone che promettono soldi facili e iniziative di moral suasion verso altre quattro influencer di fare pubblicità occulta a marchi e destinazioni turistiche. Così dopo il pandoro Ferragni, finiscono sotto la lente i guru delle criptovalute e le socialità degli hotel esclusivi. Il giovane che svela: «il software automatico con cui ho raggiunto il mio primo milione di euro».

Quello del «metodo più sicuro per guadagnare con internet» una nuova entrata mensile di 4.700 euro caricando semplici video su YouTube. Quello che trasforma 50 euro in mille facendo trading con le criptovalute e il "Blockchain Enthusiast» oltre a modelle e attrici.

A Luca Marani, Big Luca, Alessandro Berton e Davide Caiazzo, l'autorità contesta l’offerta a pagamento, su social network e siti web, di «metodi per ottenere importanti guadagni facili e sicuri sulla falsariga del modello vincente che direbbero di incarnare» senza diciture che informino della natura pubblicitaria dei loro contenuti come l’hashtag #adv, né trasparenza sui costi, l’identità e il recapito della società. Ad aggravare il quadro, la presenza di follower non autentici e, in alcuni casi, di testimonianze e recensioni non verificabili. Gli altri due influencer al centro delle istruttorie sono Hamza Mourai e Michele Leka a causa delle indicazioni che offrono per ottenere «facili e sicuri guadagni tramite l'investimento in criptovalute, senza fare riferimento ai relativi rischi». Anche in questi casi spesso mancherebbe l'hashtag #adv e altri elementi rilevanti per i consumatori.

Appare più leggera la posizione di Ludovica Meral Frasca, Sofia Giaele De Donà, Milena Miconi ed Alessandra Ventura, destinatarie di iniziative di moral suasion per la mancata indicazione della natura promozionale di alcuni contenuti e «un considerevole numero di follower non autentici». Sulle pagine di alcune di queste influencer appaiono post modificati nelle ultime ore dove si legge #adv o #invitedby.

Le ultime azioni dell’Antitrust indicano un monitoraggio sempre più stretto sul digitale e sui lati oscuri del social media marketing, anche a livello europeo, che va al di là della multa milionaria di dicembre per il «Pandoro Pink Christmas» di Chiara Ferragni e l’iniziativa benefica collegata. Il pandoro-gate si è chiuso nei giorni scorsi con la rinuncia al ricorso da parte dell’influencer, che ha trovato un accordo con l'autorità anche per concludere il contenzioso analogo relativo alle uova di Pasqua donando 1,2 milioni a un’impresa sociale. Nel frattempo molte cose sono cambiate, sono arrivate le linee guida dell’Agcom che fissano regole di trasparenza e responsabilità per chi ha almeno un milione di follower.

E sembra essersi diffuso scetticismo e una certa noia verso il mondo dorato degli influencer. Persino una delle delle destinatarie delle misure dell’Antitrust, l’ex velina Ludovica Meral Frasca, scriveva su Instagram qualche tempo fa che i social rischiano di diventare «una guida turistica per pochi eletti» e aggiungeva «tutto bello ma mi annoia un pò» e «per la maggior parte delle persone non è quella la vita reale». Le associazioni dei consumatori premono per sanzioni «che siano da esempio e fungano da deterrente», con l’Unc, e regole stringenti per «un Far west» che nel 2023 ha generato in Italia un giro d’affari da 348 milioni di euro, secondo il Codacons.

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