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Alice Toniolli si è risvegliata dal coma: passata la paura, parla e riconosce le persone

Alice Toniolli

A dieci giorni esatti di distanza dal terribile incidente nella gara di Vittorio Veneto la 19enne Alice Toniolli può finalmente dire di averla scampata. La ciclista trentina, già campionessa europea juniores, è uscita dal coma farmacologico nel quale era tenuta dai medici dell’ospedale di Treviso. Si è risvegliata, è in grado di parlare e di riconoscere le persone. È stata la società per la quale la ragazza è tesserata come professionista, la Gs TopGirls Fassa Bortolo, ad annunciare la notizia che tutti aspettavano: "Alice si è risvegliata, parla e riconosce le persone» ha scritto sul proprio profilo Facebook.

Toniolli ha davanti a sé un lungo periodo di recupero e, forse, solo i medici dovranno dire se potrà tornare al ciclismo. La vicenda resta del tutto aperta sul piano giudiziario. Nello schianto contro un muretto in cemento, durante la corsa sul circuito dell’Assunta, Alice ha rischiato seriamente la vita: era stata soccorsa con un grave trauma cranico, un trauma oculare e fratture in varie parti del corpo. È rimasta in prognosi riservata fino ad oggi, ed ha già subito alcuni interventi chirurgici. Dello schianto esiste un video scioccante, ripreso frontalmente: si vede Alice, sul fianco esterno sinistro del gruppo, perdere all’improvviso il controllo della bici, che si piega, fa uno scarto di lato e vola in aria, mentre nello stesso tempo Alice finisce rovinosamente contro il manufatto in cemento.

Sull'episodio la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo di indagine per lesioni gravissime e violazione della normativa sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, al momento senza indagati. Tra le possibili responsabilità, i magistrati vogliono accertare se gli organizzatori della corsa fossero a conoscenza delle pericolosità di quel muretto lungo il tracciato - cosa che sarebbe stata segnalata il giorno prima dalla polizia locale - e soprattutto se fossero state prese precauzioni per limitare i rischi. L’ipotesi è infatti che un simile ostacolo - in un punto che arrivava dopo un tratto in discesa, con velocità raggiunte dal gruppo di circa 50 chilometri all’ora - dovesse essere munito di protezioni in gomma piuma.

Nei giorni scorsi, la polizia giudiziaria, su incarico della Procura, aveva provato a sentire le compagne di squadra di Alice, per meglio circoscrivere la dinamica dell’incidente. Ma le ragazze, stupendo la stessa Procura, sarebbero state piuttosto restie a rispondere ai quesiti degli inquirenti.

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