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Omicidio di Sharon Verzeni, perizia sul killer: “Lei mi chiedeva perché la colpivo”

«Non emergono al momento elementi indicativi di una patologia mentale per l’assassino di Sharon Verzeni». Lo afferma in una nota la presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip), Liliana Dell’Osso. «Gli elementi che emergono - afferma - non sembrano puntare verso un disturbo affettivo o psicotico in fase acuta, vale a dire verso una patologia mentale, mentre potrebbe emergere un disturbo legato a personalità antisociale che non è motivo di incapacità di intendere o volere. Verso un disturbo legato alla personalità ad esempio sembrano indirizzare la storia di maltrattamenti nei confronti della famiglia, a fronte invece di un profilo sociale di apparente normalità. Ed anche il fatto che sembrasse concentrato sulle armi bianche da tempo, e che potesse esserci una spinta ad aderire, per motivi di immagine, a modelli di trasgressività».
Inoltre, rileva la presidente Sip, «viene citato un cambiamento del funzionamento psicosociale al ritorno di un periodo all’estero, e in questo senso potrebbe essere da indagare anche un eventuale uso di sostanze. Sono tutti quesiti che solo una approfondita valutazione potrà chiarire».

La posizione del killer

- «Ho visto una ragazza con le cuffiette che guardava le stelle nel cielo. L’ho avvicinata da dietro, le ho messo una mano sulla spalla e le ho detto: 'Scusa per quello che sta per succedere'. Ho colpito al cuore perché volevo ucciderla. Ma non ci sono riuscito». Sono dei passaggi, appresi da fonti dell’inchiesta, della confessione messa a verbale da Moussa Sangare fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio. Secondo il racconto di Sangare, la donna avrebbe provato a interrogarlo sul gesto ripetendo: «Perché, perché, perché?». Dopo il primo colpo non letale, ha poi sferrato le tre pugnalate che l’hanno uccisa. Prima del delitto, ha raccontato di essere uscito con gli amici e di essere poi passato a casa a prendere il coltello. Ha aggiunto di avere «sentito un forte feeling» e di avere «individuato altre persone» prima di Verzeni, forse un riferimento ai due ragazzini che avrebbe minacciato di accoltellare ai quali la Procura ha chiesto di presentarsi per testimoniare.

 

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