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Chi è Alessandro Giuli, nuovo ministro della Cultura al posto di Sangiuliano

Alessandro Giuli

Il giornalista Alessandro Giuli, attuale direttore del museo MAXXI di Roma, è il nuovo ministro della Cultura del governo Meloni, al posto di Gennaro Sangiuliano, travolto negli ultimi giorni dalle polemiche per il "caso Boccia". Nato a Roma il 27 settembre 1975, ha studiato filosofia all’Università di Roma «La Sapienza» senza tuttavia conseguire la laurea prima di iniziare la carriera giornalistica in alcune testate locali prima di passare al Foglio, dove è diventato professionista nel 2004. È stato nominato vicedirettore nel 2008 e poi condirettore fino al 2017. Da febbraio a novembre 2017 è stato direttore di Tempi. Ha avuto una carriera diversificata, con esperienze sia nell’ambito del giornalismo che dell’intrattenimento televisivo, oltre a essere membro del comitato scientifico della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e analista e consulente per la Fondazione Med-Or.

Una carriera da giornalista e scrittore

Giuli è autore di diversi libri, tra cui 'Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti', 'Individui e potere tra identità e integrazione' e 'E venne la Magna Madre: i riti, il culto e l’azione di Cibele Romana'. Collabora con Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria e con 'L'Argonauta' su Rai Radio 1.

L'approdo in televisione e la nomina al MAXXI

Giuli, sposato con la collega di Sky Tg24 Valeria Falcioni con la quale ha due figli, è diventato un volto popolare in televisione fra il 2019 e il 2020 quando è stato ospite fisso della trasmissione 'Patriae' condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2. Poi, sempre nel 2020, la non fortunata esperienza alla conduzione con Francesca Fagnani di 'Seconda linea' su Rai 2, programma chiuso dopo due puntate. Dopo essere stato spesso ospite di Lilli Gruber a 'Otto e mezzo' su La7, il 23 novembre 2022 il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha nominato presidente della Fondazione MAXXI, con decorrenza dal 12 dicembre 2022. Ora viene chiamato dalla premier a sostituire proprio Sangiuliano al ministero della Cultura.

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