
Non si arresta l’ondata di aggressioni nell’ospedale di Foggia dove questo pomeriggio il figlio di un paziente che era in attesa al pronto soccorso si è scagliato contro due infermieri e un vigilante. L’aggressore aveva un braccio ingessato col quale ha colpito il personale sanitario. Sempre al policlinico di Foggia la scorsa notte un 18enne è stato arrestato per aver picchiato tre infermieri. Mentre il 4 settembre scorso i famigliari di una 23enne deceduta durante un intervento hanno aggredito il personale sanitario.
A quanto si apprende, il ragazzo che ha aggredito nel pomeriggio gli infermieri e il vigilante aveva accompagnato in ospedale il padre che lamentava di non sentirsi bene. Mentre era in attesa dell’assegnazione del codice che definisce il tipo di emergenza, l’uomo ha avuto un mancamento e subito dopo è scattata l’aggressione da parte del figlio. «Disapproviamo con fermezza queste reazioni violente che non giovano affatto. Senza medici e personale sanitario non avremo più la possibilità di farci curare», dice all’ANSA il direttore generale del policlinico Riuniti, Giuseppe Pasqualone. «Bisogna tenere presente - continua - che tutta questa rabbia non serve a nulla. La sanità in tutto il mondo risente della cronica carenza di organico. Noi abbiamo un organico dimezzato ma ci impegnamo in tutti i modi per assicurare cure a tutti». «Bisogna avere rispetto reciproco e pazienza - conclude - quando si giunge in pronto soccorso. Bisogna lasciare lavorare il personale in tranquillità. Ognuno cerca di fare il proprio lavoro. Cerchiamo di curare tutti ma bisogna avere comprensione».
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