Venerdì 20 Settembre 2024

Mosca minaccia l'Ue: rischio guerra nucleare se Kiev usa missili. Putin punta su droni e robot per vincere il conflitto

«Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari": lo ha dichiarato il presidente della Duma russa, Viaceslav Volodin, ripreso dalla Tass, commentando l’approvazione da parte dell’Eurocamera del paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo». Volodin ha dichiarato che in caso di attacchi ucraini in profondità in Russia con armi occidentali, la Russia darà «una risposta dura usando armi più potenti».

Ecco i Paesi favorevoli all'uso delle armi in Russia

La questione dell’uso delle armi occidentali sul suolo russo da parte delle forze armate ucraine è alquanto complicata. In generale si può dire che la maggioranza dei Paesi europei non ha posto alcuna restrizione sul materiale fornito a Kiev. In questo campo si posso contare Finlandia, Svezia, Paesi Baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda e con tutta probabilità anche la Romania. È necessario però tracciare una distinzione tra armi altamente offensive - come i missili a lunga gittata - e convenzionali (ad esempio l’artiglieria). Ecco, qui le cose si complicano. La Germania, dopo grande riluttanza, lo scorso maggio ha permesso all’Ucraina di usare il suo materiale (ingente) anche sul suolo russo. «Dal nostro punto di vista, una volta che i mezzi entrano in Ucraina sono ucraini e possono farne ciò che vogliono», ha spiegato un portavoce del ministero della Difesa dopo il lancio dell’offensiva di Kiev nel Kursk. Detto questo, Berlino non fornisce missili a lungo raggio e il cancelliere Olaf Scholz si è sempre rifiutato di passare all’Ucraina i Taurus, che permetterebbero a Zelensky volendo di colpire Mosca. La Francia, insieme al Regno Unito, ha invece dato i missili Scalp/Storm Shadow. A maggio il presidente francese Emmanuel Macron aveva fatto capire di essere d’accordo all’uso dei missili di Parigi per colpire le basi militari in Russia da dove partivano gli attacchi verso l’Ucraina. Ma l’ok ufficiale non sembra essere mai arrivato. Anche Londra ha espresso remore. Recentemente il premier Keir Starmer si è recato negli USA per coordinarsi con Joe Biden, in modo da avere una posizione comune, dato che gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev i missili Atacms. Morale: al momento sembra che né Londra, né Parigi né Washington abbiano dato luce verde all’uso dei missili per colpire in profondità il territorio russo. Tra i contrari all’uso di qualunque arma in territorio russo c'è invece l’Italia, come ha ribadito più volte il governo. Il Belgio ha posto pubblicamente il veto all’utilizzo offensivo degli F-16 (benché il testo dell’accordo non ne faccia menzione) e anche la Spagna sembra restia a concedere le sue armi per attaccare la Russia. Ma tra limitazioni parziali e totali, è difficile generare una mappa accurata.

Putin punta su droni e robot per vincere il conflitto

Mentre in Occidente si continua a discutere sull'autorizzazione a Kiev ad usare i missili di Paesi Nato contro la Russia, i droni sono sempre più protagonisti nel conflitto. Lo prova l’attacco ucraino di ieri su un deposito di munizioni e missili nella regione russa di Tver, a 500 chilometri dal confine, effettuato con velivoli senza pilota. E lo confermano le dichiarazioni di Vladimir Putin che oggi, in una riunione della Commissione militare-industriale, ha annunciato l’aumento di dieci volte della produzione entro la fine dell’anno, per arrivare a 1,4 milioni di velivoli, rispetto ai 140mila consegnati alle forze armate nel 2023. Le cifre sono impossibili da verificare, ma il segnale è forte. E non si tratta solo di quantità. Entro il 2030, ha affermato il presidente russo, Mosca prevede la creazione di «48 siti di ricerca e produzione» di droni, con l’intento di ammodernarne le caratteristiche. «Dobbiamo continuamente migliorare le specificità tattiche e tecniche, anche con l'introduzione di elementi dell’intelligenza artificiale», perché «chi si adegua a queste necessità sul campo di battaglia è il vincitore», ha sottolineato Putin. Che poi ha ampliato il discorso ai progetti per lo sviluppo di imbarcazioni senza pilota e «piattaforme robotiche» da impiegare in battaglia. Per ora l’impiego, e le perdite, di esseri umani nei combattimenti sembra essere ancora preponderante. Sia nel Donbass ucraino, dove le forze di Mosca continuano la loro lenta avanzata nella regione di Donetsk, e hanno annunciato nelle ultime ore la conquista di un altro villaggio, quello di Gheorghievka. Sia nella regione russa di Kursk, dove prosegue con esiti incerti la battaglia tra le forze ucraine di invasione e quelle russe che cercano di respingerle oltre confine. Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che continuano le "operazioni offensive» russe, insieme ai bombardamenti con aerei e missili sulla regione ucraina di Sumy, oltre il confine, dove sono concentrate forze di riserva di Kiev. Proprio nella regione di Sumy l’amministrazione locale militare ha denunciato l’uccisione di due persone e il ferimento di altre due in un bombardamento di artiglieria russo nella comunità di Krasnopillia. Sul fronte opposto, il governatore della regione frontaliera russa di Belgorod ha affermato che una donna è morta e altri tre civili sono rimasti feriti in attacchi di artiglieria e di droni ucraini sul distretto della cittadina di Shebekino. Mentre un uomo di 66 anni è rimasto ucciso in bombardamenti delle forze ucraine nella regione meridionale di Kherson, secondo quanto ha reso noto il governatore della parte occupata dalle forze di Mosca. Dall’inizio del conflitto metà dell’infrastruttura energetica dell’Ucraina è stata distrutta per i bombardamenti russi, secondo quanto è emerso in una conferenza stampa a Bruxelles della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e di Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia. «Quest’inverno puntiamo a ripristinare ed esportare complessivamente 4,5 GW di energia nel Paese», ha assicurato von der Leyen, che domani è attesa in visita a Kiev.  

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