Sabato 21 Settembre 2024

Chiara Petrolini e i due neonati uccisi e sepolti. Una ragazza indecifrabile: "Volevo quei bambini"

E’ ancora prematuro parlare di perizia psichiatrica. Ma la valutazione delle capacità mentali e della personalità della 21enne Chiara Petrolini sarà uno degli elementi cardine dell’inchiesta e del successivo processo. Ragazza «difficilmente decifrabile», l’ha definita il procuratore di Parma Alfonso D’Avino. Se le indagini svolte hanno ipotizzato e stanno continuando a ricostruire i fatti, ben più complesso è comprendere le ragioni di quello che avrebbe commesso. Perché una ragazza che tutti descrivono come una giovane "normale», con gli amici, con la vita da studentessa di scienze dell’educazione, il lavoro part-time da baby sitter, avrebbe, e per due volte nel giro di poco più di un anno, tenuto nascosto al mondo le gravidanze, partorito e sepolto i neonati nel giardino di casa? Addirittura, come ipotizza la Procura, anche se lei nega, dopo averli uccisi? E perché, quando è stata interrogata, a tratti piangendo, ha detto che avrebbe voluto tenere i figli e che, una volta rientrata con la famiglia dagli Stati Uniti, avrebbe voluto dire ai suoi che era incinta? «Difficile trovare un movente», ha risposto il procuratore a un giornalista. «Ma se si fosse trattato di un errore, come è possibile ripetere a distanza di poco meno di un anno la stessa condotta?», ha domandato a propria volta. Quello che ha lasciato perplesso e impressionato gli inquirenti è il comportamento tenuto dalla giovane, prima e soprattutto dopo i parti. Prima è riuscita a nascondere anche ad amici e familiari di essere in attesa, poi ha continuato a vivere come se nulla fosse. Dopo il secondo parto, il 7 agosto 2024, alla sera è andata in un bar, poi ha mangiato la pizza con la famiglia, ha passato la notte con il fidanzato e il giorno dopo, alla vigilia della partenza per gli USA, è andata dall’estetista, ancora in locali e vinerie fino alle 2 di notte. «Ci si chiede che cosa c'è dentro», ha osservato D’Avino. «La cosa trova riscontro nella verifica di cosa è successo un anno prima: dopo la morte del figlio, il pomeriggio, il giorno dopo, andò a fare shopping con un’amica». Non mancano neppure le contraddizioni date negli interrogatori e nelle dichiarazioni fatte in due momenti diversi, il 2 settembre, quando ha negato una gravidanza pregressa e poi il 10, quando è stato ritrovato il secondo corpo. «Io volevo quel bambino», ha detto riferendosi al neonato di agosto. E allora perché, ancora, durante la gravidanza beveva alcol e fumava marijuana. E perché sul web cercava come indurre o accelerare un parto, come favorire un aborto e anche notizie sulla decomposizione di un cadavere? Mai invece, ha osservato la Procura, ha fatto ricerche su vita e salute di un bambino o su una possibile via d’uscita alternativa, come un parto in anonimato, per affidamento o adozione.

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