Sabato 28 Settembre 2024

Allieva dei carabinieri suicida nella Scuola dell’Arma, archiviate le indagini. I familiari avevano denunciato vessazioni

«Non sono ravvisabili gli estremi di alcuna condotta penalmente rilevante che abbia potuto determinare o rafforzare la realizzazione del proposito suicidario». Il gip del tribunale di Firenze Anna Liguori ha così archiviato l’inchiesta sulla morte della carabiniera di 25 anni che lo scorso 22 aprile si è tolta la vita sparandosi con la pistola di ordinanza nella Scuola marescialli e brigadieri dell’Arma del capoluogo toscano che stava frequentando. Il giudice ha accolto la richiesta del pm Giacomo Pestelli che aveva aperto un fascicolo a modello 45, senza indagati né ipotesi di reato. Sul procedimento tuttavia non è ancora scritta la parola fine. «L'inchiesta è stata archiviata a nostra insaputa - afferma l’avvocato Riziero Angeletti, legale dei parenti della 25enne -. Non sono stato informato della richiesta avanzata dalla procura e non ho potuto oppormi all’archiviazione». Così l'avvocato ha proposto reclamo, nuovo istituto previsto dalla riforma Cartabia in casi come questo. «Avevo chiesto di essere avvisato, ma il pm ha ritenuto di non farlo: a suo parere, non avevo depositato la memoria nelle forme del sistema telematico. Ma poi ha usato anche gli argomenti nella mia memoria per motivare la sua richiesta». E ora? «Il tribunale dovrà deliberare sulla correttezza del comportamento del pm», conclude il legale. Dopo la disgrazia, i genitori della ragazza avevano chiesto che si facesse chiarezza sulle cause del suicidio della 25enne. In una lettera inviata al sindacato Uniarma avevano raccontato che la giovane «non ne poteva più di sottostare a regole poco funzionali che si insinuavano in ogni ambito della propria vita" "dalla porta delle camere che doveva stare sempre aperta, al controllo del modo di vestire in libera uscita, a ordini assurdi», «un ambiente estremamente rigido». La lettera era stata depositata con un esposto, firmato da Uniarma nel maggio scorso. Le indagini non si sono mai fermate. Il pm Pestelli ha disposto l’esame, affidato al Ris, del cellulare trovato accanto al corpo senza vita della carabiniera, ma l’analisi del traffico telefonico e dei messaggi scambiati in chat non ha rivelato alcun elemento utile a ipotizzare reati ed eventuali responsabilità. Per fare chiarezza, diverse le interrogazioni parlamentari al ministro Guido Crosetto. Da un lato i senatori Walter Verini e Dario Parrini del Pd hanno chiesto perché non fu fatta l’autopsia, mentre il senatore di Iv Ivan Scalfarotto ha segnalato «il clima vessatorio denunciato dai familiari e gli oltre 60 abbandoni di allievi per causa di abusi e violazioni». Le indagini sono andate avanti, con l’audizione dei testimoni. Poi, il 22 luglio, la procura ha depositato la richiesta di archiviazione, accolta dal gip il 14 agosto e di cui si è venuti a conoscenza.

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