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Madonna Trevignano, il Tar rigetta il ricorso della veggente Gisella Cardia: confermata la confisca

Il frame tratto dalla trasmissione '5 minuti' di Bruno Vespa su Rai1 mostra Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, la presunta veggente custode della statua di una madonna che lacrima.FERMO IMMAGINE RAI1+++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ NPK +++

L’area delle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano è proprietà del Comune. Il Tar del Lazio ha infatti respinto il ricorso della veggente con la quale si contestava la confisca da parte dell’ente. Si aggiunge così un nuovo capitolo alla saga che ha visto al centro delle cronache, per mesi, Gisella Cardia e la sua associazione 'La Madonna di Trevignano Romano Ets'.

Se la Chiesa aveva già messo un punto definitivo alla vicenda, con la pronuncia negativa della diocesi di Civita Castellana prima e del Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede poi, ora è il momento delle decisioni dell’autorità civile. Quell'area, dalle quali partivano ogni 3 del mese, giorno delle presunte apparizioni, anche le dirette sui social, era "utilizzata in modo abusivo. Questa decisione», dichiara il vicesindaco di Trevignano Romano Luca Galloni, riferendosi alla pronuncia del Tar, «rappresenta un successo non solo per l'amministrazione comunale, ma per tutti coloro che credono nell’importanza del rispetto delle regole e della giustizia. È un messaggio chiaro sull'importanza di agire nel rispetto delle norme per il bene della collettività».

Il Comune, non distante da Roma e affacciato sul lago di Bracciano, aveva precedentemente ordinato all’associazione guidata dalla coppia che sostiene di vedere la Madonna e di ricevere messaggi dalla stessa (ma la Chiesa ha chiaramente detto che lì non c'è nessun fenomeno soprannaturale), la cessazione delle attività e la rimozione delle installazioni presenti, in quanto contrarie alla destinazione agricola dell’area e causa di un sovraccarico urbanistico non autorizzato. Nell’area infatti c'era una statua della Madonna nonché banchi dove sedersi e altri oggetti.

L’associazione La Madonna di Trevignano Ets aveva impugnato tali atti, ma sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno confermato la validità delle disposizioni comunali, rigettando le richieste di sospensione dei provvedimenti. «Nonostante l’ordine di interruzione delle attività e lo sgombero entro il termine perentorio di 90 giorni, l'associazione non ha ottemperato alle disposizioni. Di conseguenza, il Comune, in conformità alla normativa vigente, ha disposto l’acquisizione dell’intera area al patrimonio pubblico.

Con la decisione odierna, il Tar ha ribadito la correttezza dell’azione comunale, confermando che il Comune di Trevignano Romano è ora l’esclusivo proprietario dell’area - sottolinea la nota diramata dal Comune -, come risulta anche dai registri immobiliari». L’amministrazione sottolinea che «l'area è uno dei luoghi più suggestivi intorno al lago di Bracciano, è così restituita alla sua corretta destinazione».

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