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Monsignor Domenico Battaglia tra i nuovi cardinali scelti dal Papa: dalla Calabria al sostegno degli ultimi

L' arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, celebra nel duomo di Napoli , a un anno esatto dall'insediamento alla guida della Curia, la messa in occasione della 'Festa della presentazione di Gesù al Tempio', 2 febbraio 2022. ANSA / CIRO FUSCO

Saranno 21 i nuovi cardinali che Papa Francesco onorerà con la berretta rossa nel Concistoro del 7 dicembre. Tra loro figura monsignor Domenico Battaglia, 61 anni, meglio conosciuto come “don Mimmo,” un pastore profondamente legato alla sua terra e alla missione sociale. Nato a Satriano, in provincia di Catanzaro, Battaglia ha iniziato il suo percorso religioso come prete di strada in Calabria, distinguendosi per l'instancabile supporto ai più deboli, in particolare ai giovani e alle persone affette da tossicodipendenza.

Prima della sua nomina ad arcivescovo di Napoli nel 2020, Battaglia ha guidato la diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e ricoperto diversi ruoli pastorali, da parroco a rettore. È stato per anni presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, punto di riferimento per il recupero e la reintegrazione sociale delle persone con dipendenze, e ha avuto un ruolo importante nella Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche. Questi incarichi riflettono il suo impegno concreto per l'assistenza ai più emarginati, che Battaglia considera parte della missione evangelica della Chiesa.

Monsignor Battaglia ha scelto come motto episcopale “Coraggio, alzati, ti chiama!” ispirato al vangelo di Marco, un richiamo all’accoglienza e all’incoraggiamento verso chi è in difficoltà. Nella sua nuova veste cardinalizia, Battaglia ha dichiarato che continuerà a portare le gioie e le sofferenze del Sud Italia, con una particolare attenzione alle problematiche sociali di Napoli e del Meridione, aree alle quali ha sempre guardato con occhio attento e cuore di pastore. "Non smetterò di essere don Mimmo," ha sottolineato, ricordando che il titolo cardinalizio per lui non rappresenta un onore, ma una responsabilità da condividere con la sua comunità.

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