Sabato 23 Novembre 2024

Frode con false fatture, l'inchiesta travolge anche la Calabria. Ai domiciliari il commissario dell'Arsai Riitano. Lo rimpiazza De Felice

Terremoto in casa Arsai in Calabria. Ai domiciliari il commissario dell'Agenzia per lo sviluppo delle aree industriali Sergio Riitano. Il 55enne catanzarese, in passato commissario liquidatore del Corap, è indagato all'interno dell'inchiesta della Guardia di Finanza di Catania su frodi e fatture false. Questa mattina riunione straordinaria della Giunta regionale che ha stabilito la sostituzione di Riitano con Sergio De Felice, che è anche commissario liquidatore di Afor e dei Consorzi di bonifica. L'altro arresto operato in Calabria riguarda Giuseppe Paparatto, 55enne di Ricardi.

L'inchiesta catanese

Ventotto società e beni per 8,2 milioni di euro: sono i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza di Catania dalle prime ore di questa mattina nel corso di un’operazione che per smantellare un diffuso sistema di somministrazione fraudolenta di manodopera e di frode fiscale sta impegnando oltre 120 finanzieri province di Catania, Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese. L’ordinanza, disposta dal gip del Tribunale etneo su richiesta della locale procura, riguarda complessivamente 29 indagati. Per 15 di loro sono state decise misure cautelari: due in carcere, quattro agli arresti domiciliari e nove destinatari di interdittiva. I reati a vario titolo contestati sono: associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (Foi), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di Foi nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Sarebbe stato a Catania, nello studio del commercialista Antonio Paladino, 61 anni, originario di Monza, e del suo collaborate Gaetano Sanfilippo, 47enne di Gela (Caltanissetta), il centro delle decisione delle frodi fiscali con false fatture al centro dell’operazione "Dentro o fuori" della guardia di finanza. Lo ricostruisce la Procura etnea che contesta ai due, destinatari di provvedimento cautelare in carcere, di essere promotori e organizzatori del sodalizio criminale nonostante non abbiano ricoperto alcun ruolo formale nei consorzi e nelle consorziate e nonostante il fatto che le tali società avessero sede legale in diverse province italiane (Milano, Firenze, Roma, Messina e Catania), talvolta in civici inesistenti o locali vuoti o in disuso. Paladino e Sanfilippo erano già stati destinatari di un’analoga misura nel 2020 nell’ambito di indagini per frode fiscale condotte sempre dalle Fiamme Gialle etnee, su delega della Procura di Catania, con l’operazione Fake credits. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per Mariangela Granvillano, di 42 anni, di Nicosia (Enna) e Simonetta Massimi, di 56 anni, di Roma. Nove persone sono destinatarie del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per un anno: sono tre uomini e sei donne, tutti siciliani. Il gip di Catania ha disposto anche il sequestro di 28 società che, secondo l’accusa, sarebbero utilizzate per realizzare il sistema di frode, nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti la guardia di finanza ha eseguito delle perquisizioni di locali e informatica, disposta dalla Procura di Catania, nei confronti dei rappresentanti legali delle aziende «clienti» che avrebbero usufruito maggiormente della somministrazione illecita di manodopera. Le 28 società interessate dal provvedimento hanno sedi a Catania, Firenze, Roma, Pomezia (Roma), Milazzo (Messina), Milano e a Guidonia Montecelio (Roma).

leggi l'articolo completo