L’avvocato Franco Critelli respinge con fermezza ogni illazione ed è pronto a difendersi da quella che definisce «una macchina del fango azionata ai miei danni e ai danni della mia assistita». Ma intanto il legale è «accusato» di un bacio galeotto e di altre effusioni «appassionate» che si sarebbe scambiato con la sua assistita Sabrina Fina durante i colloqui riservati consentiti agli avvocati nella apposita saletta del carcere Pagliarelli. Non sarebbe stato il primo episodio: Critelli, già notato come (troppo) affettuoso nei confronti della donna, alla quale avrebbe portato un cornetto (è vietato farlo) durante un altro colloquio, avrebbe ricevuto sollecitazioni a seguire le regole. Ma non avrebbe desistito. Sabrina Fina non è proprio una detenuta come tutte le altre: ritenuta una specie di santona, è in cella con l’accusa di essere l’ispiratrice della strage di Altavilla Milicia, in cui sono stati uccisi Antonella Salamone e i figli Kevin e Emmanuel Barreca, di 16 e 5 anni. Un massacro, compiuto al culmine di un rito per la liberazione da presunte presenze demoniache, al quale avrebbero partecipato con Fina il compagno Massimo Carandente (i due sarebbero «i fratelli di dio»), anche lui rinchiuso nella stessa casa circondariale; Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, per ora in una Rems, e la figlia maggiore di lui, sotto processo al tribunale dei minori. A stilare un rapporto sulle effusioni, risalenti a una ventina di giorni fa, sono stati gli agenti della polizia penitenziaria, poi la nota è stata trasmessa dalla direzione dei Pagliarelli alla Procura di Termini Imerese e all’Ordine degli avvocati di Catanzaro, a cui Critelli è iscritto. In precedenza l’episodio del cornetto, anche se c’è l’espresso divieto di introdurre cibo in carcere se non registrato, un’infrazione minore comunque annotata e poi aggiunta alla relazione. Per il momento, in attesa di una decisione da parte degli organi competenti, i due potranno avere contatti solo in videoconferenza. Possibile la violazione dell’articolo 23 del codice deontologico forense: l’avvocato, «dopo il conferimento del mandato, non deve intrattenere con la parte assistita rapporti economici, patrimoniali, commerciali o di qualsiasi altra natura, che in qualunque modo possano influire sul rapporto professionale». Da parte sua, però, Critelli è convinto che «la verità piena e la giustizia giusta faranno il loro corso», sostenendo di essere pronto a dare battaglia «davanti a tutte le autorità istituzionali competenti». Tra oggi e domani, invece, l’avvocato Giancarlo Barracato, che assiste Giovanni Barreca, presenterà il ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale del Riesame che ha annullato il provvedimento del Gip di Termini Imerese, Erina Cirincione, e con esso la scarcerazione e il ricovero dell’ex imbianchino nella Rems di Caltagirone. Barreca tuttavia rimane nella residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza e dove sta seguendo un percorso di cure riservato alle persone affette da disturbi mentali che hanno compiuto reati gravissimi: fino alla decisione della Cassazione, infatti, l’annullamento sarà sospeso.