Gli indagati nell'ambito delle nuove indagini sull'omicidio del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, sarebbero i due killer di Cosa Nostra Antonino Madonia, e Giuseppe Lucchese.
Sono entrambi già detenuti all'ergastolo. Secondo l'inchiesta della procura palermitana, come scrivono La Repubblica e La Stampa, a sparare il 6 gennaio 1980 a Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica Sergio, sarebbe stato materialmente Nino Madonia, figlio del potentissimo boss mafioso Ciccio che controllava mezza città. Lucchese, detto Lucchiseddu, guidava invece l'auto.
I due hanno commesso decine di omicidi, tra cui la strage di via Isidoro Carini in cui vennero uccisi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo, su ordine della cupola di Cosa nostra.
Nino Madonia fa parte di una famiglia storica della mafia palermitana capitanata dal patriarca Ciccio - morto e già condannato quale mandante dell'omicidio di Mattarella - e di cui fanno parte i fratelli dell'indagato: Giuseppe, Salvo, l'assassino di Libero Grassi, e Aldo, quest'ultimo l'unico a non essere all'ergastolo. Giuseppe Lucchese venne arrestato nell'aprile 1990 dopo 9 anni di latitanza. Era considerato un superkiller che aveva ucciso decine di persone durante la seconda guerra di mafia tra cui la sorella, la madre e la zia di Francesco Marino Mannoia dopo la notizia del pentimento di quest'ultimo. Dopo l'arresto Giovanni Falcone disse: "E' l'operazione più importante dopo la cattura di Michele Greco. Sotto un certo profilo anche più significativa".
Nino Madonia fa parte di una famiglia storica della mafia palermitana capitanata dal patriarca Ciccio - morto e già condannato quale mandante dell'omicidio di Mattarella - e di cui fanno parte i fratelli dell'indagato: Giuseppe, Salvo, l'assassino di Libero Grassi, e Aldo, quest'ultimo l'unico a non essere all'ergastolo.
Giuseppe Lucchese venne arrestato nell'aprile 1990 dopo 9 anni di latitanza. Era considerato un superkiller che aveva ucciso decine di persone durante la seconda guerra di mafia tra cui la sorella, la madre e la zia di Francesco Marino Mannoia dopo la notizia del pentimento di quest'ultimo. Dopo l'arresto Giovanni Falcone disse: "E' l'operazione più importante dopo la cattura di Michele Greco. Sotto un certo profilo anche più significativa".
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