Sarà l’autopsia a fornire elementi indispensabili per capire quali siano le cause della morte di Fabiana Piccioni, la 46enne di Giulianova il cui corpo è stato rinvenuto ieri pomeriggio, parzialmente carbonizzato, in una zona di campagna alla periferia della cittadina della costa teramana. L’esame autoptico sarà eseguito oggi dal medico legale Antonio Tombolini su incarico del pm Greta Aloisi. Intanto vanno avanti le indagini dei Carabinieri per ricostruire il passato e le ultime ore di vita della donna, considerata un soggetto fragile, nonché le sue frequentazioni. Non si esclude nessuna pista, ma l’ipotesi del femminicidio prende sempre meno piede.
Dalla prima ricognizione cadaverica non sono emersi né segni di violenza fisica o sessuale né elementi che fanno pensare che la donna si sia difesa. Sembra inoltre che la 46enne non abbia calpestato quel terreno. È possibile, quindi, che qualcuno l’abbia scaricata lì già morta, magari nel tentativo di occultarne il cadavere.
La donna aveva fatto perdere le sue tracce giovedì 2 gennaio; l'ultima volta era stata vista mentre prendeva un caffè in un bar di Giulianova. Il giorno seguente, una brevissima telefonata alla madre in cui diceva di stare bene, poi era sparita definitivamente e il cellulare era stato spento. I genitori, allora, avevano denunciato la scomparsa ai Carabinieri.
Ieri la tragica scoperta. Il corpo della donna è stato trovato nelle campagne di via Cavoni, zona periferica al confine con Mosciano Sant’Angelo, tra rifiuti e vegetazione. La 46enne era senza vestiti e il cadavere era parzialmente carbonizzato, soprattutto negli arti inferiori e nella zona pubica.
Mentre le indagini dei Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Teramo vanno avanti, solo l’autopsia potrà fornire elementi utili a capire i tempi, le cause e le modalità della morte della donna.
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