Il messaggio ai naviganti non è certo nuovo, era partito dalla stessa voce prima che arrivassero gli incarichi in questione e anche dopo, più di una volta, ma forse mai con questi toni: «Se qualcuno non è all’altezza di risolvere i problemi, se ne torni a casa. Poltrone di comodo, con me, non ce ne sono più. La questione sanità ospedaliera mi preoccupa molto, non staremo fermi. La politica è entrata troppo su quelle che sono le nomine e le disfunzioni organizzative. È stata distratta». Parole del presidente della Regione, Renato Schifani, pronunciate durante l’evento organizzato dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo, a Le Terrazze di Mondello per fare gli auguri di buon anno ai palermitani.
Parole rivolte ai direttori generali delle Asp e delle aziende ospedaliere, che non lasciano spazio a dubbi: nell’ottica del governatore, le emergenze del sistema sanitario siciliano non sono dovute solo a carenze d’organico, ma anche a problemi di gestione, da mettere in conto ai manager, che per contratto firmato al loro inserimento, in caso di inefficienza e traguardi non raggiunti da monitorare ogni trimestre, decadono dalla mansione dopo verifica annuale.
Nel mirino, non solo le criticità dell’ospedale Villa Sofia, ma le problematiche presenti un po’ in tutti i nosocomi, soprattutto nelle corsie dedicate alle urgenze: è lì, continua Schifani, che bisogna «cercare di capire il perché di certe morti, in certi Pronto soccorso, dove i malati stanno nei corridoi e non nelle stanze. Non è possibile. È uno scandalo. Anche questo è un sistema che ho trovato, dalla politica che spesso ha fatto scelte sbagliate, sia nel centrodestra che nel centrosinistra».
Ma i contrappunti non mancano. Qualche ora dopo, sullo stesso tema, si fa sentire il capogruppo di Iv alla Camera, Davide Faraone, chiedendo di rendere pubblici i risultati della Commissione sui Pronto soccorso insediata dal governatore già qualche mese fa, perché «al di là della possibilità ispettiva che è data ai parlamentari e grazie alla quale abbiamo potuto smascherare ciò che Schifani metteva regolarmente sotto al tappeto, è giusto che queste informazioni siano conosciute dai cittadini».
Si fa avanti anche il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi: «Le denunce non bastano. La Regione passi subito ai fatti. I Pronto soccorso sono al collasso e i vertici non all’altezza devono lasciare il posto», ma «bisogna anche aumentare medici e infermieri». Un argomento, quest’ultimo, ripreso ieri dalla Fondazione Gimbe, che nell’Isola registra appena 9 unità di personale sanitario ogni mille abitanti: la terz’ultima incidenza d’Italia.
Intanto, sempre sul fronte sanità, ma sul piano amministrativo, monta la protesta dei sindacati contro la proposta (datata 31 dicembre) degli assessorati alla Salute e all’Economia di stabilizzare i dipendenti del comparto e della dirigenza appartenenti ad altre pubbliche amministrazioni e attualmente «in comando» nei rispettivi dipartimenti, per colmare i vuoti di organico che si verranno a creare nel 2025. Si tratta di 26 dirigenti e 23 tra funzionari e istruttori immessi con il meccanismo che consente di trasferire, dietro colloquio e temporaneamente, un dipendente, ad esempio di una Asp, negli uffici regionali.
La scelta non va giù a Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Dirsi, Sadirs, Siad-Csa e Ugl, che definiscono il fatto «gravissimo, per le modalità e gli intenti con cui si sta cercando di risolvere problemi gravi e storici che richiedono soluzioni caratterizzate da massima trasparenza. Prima di ogni cosa è necessario potenziare e valorizzare le attuali risorse umane presenti in Regione, per poi mettere a concorso pubblico i restanti posti disponibili».
Più duri Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Renato Costa, responsabile del sindacato per la sanità, che parlano di «scorribande clientelari e nepotistiche, con palesi conflitti di interesse passati sotto silenzio». Il riferimento è a due donne tra i 26 dirigenti in elenco, familiari di due personaggi di spicco dall’apparato burocratico della sanità siciliana. Dall’assessorato alla Salute rimarcano che la procedura è prevista per legge e che così si valorizza chi lavora nei dipartimenti da anni.
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