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Mafia e voto di scambio ad Alcamo, l’ex senatore Papania resta in cella

La Cassazione ha respinto anche il ricorso di Perricone

Resta in carcere l’ex senatore e assessore regionale Antonino Papania, così come l’ex vice sindaco e consigliere comunale Pasquale Perricone. Entrambi sono alcamesi e per oltre 25 anni sono stati i registi della politica locale e non solo. La Cassazione ha respinto ieri il ricorso con il quale gli avvocati, Vito Di Graziano, Saro Lauria, Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli del Foro di Roma, avevano chiesto la scarcerazione per entrambi che dallo scorso mese di settembre sono reclusi nel carcere Pagliarelli di Palermo. Si spengono dunque le speranze che i due, se pur rimanendo indagati, potessero fare ritorno nelle loro abitazioni.
La Cassazione ha confermato quindi la decisione dello scorso ottobre del tribunale del Riesame di Palermo. Ma gli avvocati non si arrendono e già hanno depositato un altro ricorso. Si tratta dell’appello alla decisione del Riesame che sarà esaminato il prossimo 20 gennaio. Se anche questo ricorso venisse respinto sono destinati ad allungarsi per i due i tempi della permanenza di in carcere. Nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per 13 indagati nell’operazione condotta ad Alcamo e Calatafimi Segesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e della polizia di Trapani con accuse che vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione. L’operazione «Eirene» era scattata lo scorso mese di settembre. Tra i tredici indagati figurano Antonino Papania Pasquale Perricone che debbono rispondere solo di voto di scambio politico-mafioso, articolo 416 ter. Con l’avviso di conclusione delle indagini ora si attende la fissazione dell’udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio, al quale seguirà la scelta da parte degli imputati di andare a giudizio o riti alternativi. I tempi non si precedono brevi.
Secondo le risultanze dell’operazione «Eirene», Papania, nel tentativo di raccogliere voti per il suo candidato alle elezioni regionali del 2022, Angelo Rocca, avrebbe contattato la famiglia mafiosa di Alcamo, capeggiata da Francesco Coppola. Papania avrebbe pagato duemila euro in cambio di voti, con l’aiuto di Perricone, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il movimento politico Via e il clan mafioso locale. Accuse sempre respinte. Anche tutti gli altri indagati avevano presentato ricorsi per la carcerazione al tribunale del Riesame di Palermo che erano stati respinti. Sono tutti reclusi al Pagliarelli di Palermo.

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