
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha annunciato una serie di iniziative di protesta contro la riforma della giustizia in discussione alla Camera, con particolare riferimento alla separazione delle carriere in magistratura. Gli eventi di mobilitazione culmineranno nelle inaugurazioni dell’anno giudiziario, previste a fine gennaio, quando potrebbe essere avviata la prima votazione sul ddl Nordio a Montecitorio.
Mobilitazione contro la separazione delle carriere
Secondo il presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, l’associazione agirà in linea con quanto deliberato durante l’assemblea straordinaria di dicembre. «Nessuna protesta di arroccamento – ha dichiarato – ma cercheremo di veicolare le ragioni della nostra contrarietà. Il Parlamento ha diritto di riformare anche la Costituzione, ma riteniamo che un ampliamento del dibattito sia prezioso per una scelta consapevole, soprattutto in vista del probabile referendum».
La tipologia delle iniziative verrà decisa durante il prossimo comitato direttivo centrale del sindacato, previsto sabato, mentre a fine mese si terranno le elezioni per il rinnovo dei vertici dell’ANM.
Per l’associazione, «una riforma della Costituzione non solo non è necessaria, ma è addirittura dannosa: rischia di creare uno squilibrio tra i poteri dello Stato».
Critiche alla nuova app per il processo penale
Oltre alla riforma, l’ANM critica duramente la nuova applicazione per il processo penale telematico, definendola «inadeguata» e parte di un «quadro desolante». Il segretario Salvatore Casciaro ha evidenziato come le segnalazioni e i suggerimenti del CSM non siano stati accolti. «Chi ha progettato la app non conosce le norme del processo penale né il funzionamento degli uffici giudiziari», ha affermato Casciaro, denunciando l’assenza di una sperimentazione adeguata.
Normativa sulla pubblicazione delle ordinanze
Al centro delle polemiche anche la norma che vieta la pubblicazione del testo esatto delle ordinanze di custodia cautelare. «Creare un segreto nel nome della riservatezza è una pericolosa deriva», ha dichiarato Santalucia. L’ANM teme che la norma possa limitare la trasparenza nelle indagini preliminari.
Secondo Santalucia, «in una democrazia, è fondamentale sapere perché una persona viene privata della libertà. Creare muri e barriere non è la soluzione migliore, soprattutto quando si tratta di bilanciare il diritto-dovere dell’informazione con la tutela dei diritti individuali».
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