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Neonato morto a Bari, l'addio al "piccolo Angelo". Una culla pensata per la vita diventata "trappola mortale"

Da vivo nessuno gli aveva dato un nome. Da morto è stato chiamato Angelo, perché – ha detto l'arcivescovo di Bari Giuseppe Satriano, che lo ha suggerito – "è stato un angelo che ci ha lanciato un messaggio molto forte, nel suo dolore e nella sua fatica". A decidere poi per quel nome è stato il sindaco di Bari, Vito Leccese, che questa mattina ha partecipato al funerale celebrato dal vescovo del bimbo trovato morto lo scorso 2 gennaio nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista.

Una cerimonia commovente ma riservata

Una cerimonia ristretta, inizialmente prevista per le 10 ma anticipata a sorpresa alle 9. In molti sono arrivati a funerale concluso, delusi per non aver potuto condividere un momento di preghiera e commozione con il vescovo. In chiesa, oltre al vescovo e ai suoi assistenti, erano presenti soltanto il sindaco e pochi fedeli. Al termine della cerimonia, la minuscola bara bianca è stata portata in un campo del cimitero di Bari dedicato ai più piccoli: una benedizione, un eterno riposo e infine la sepoltura. Dove ora riposa Angelo ci sono già fiori, peluche e piccoli palloncini.

I funerali sono stati pagati dal Comune di Bari. Il sindaco ha lasciato sul terreno una corona di rose bianche e rosse.

L'omelia dell'arcivescovo e il suo messaggio di speranza

"Perdonaci, avremmo voluto consolare il tuo pianto ma non c'eravamo", ha detto nell’omelia l’arcivescovo Satriano, aggiungendo: "Mi piace immaginare che in questo momento a cullarlo ci sia Gesù".

Successivamente, l’arcivescovo ha parlato con i cronisti definendo la culla una "trappola mortale": "Era pensata per la vita". Ha poi proposto una riflessione a livello nazionale: "Si dovrebbe prendere un impegno per una maggiore attenzione affinché questi servizi, che sono un’opportunità di vita, possano diventare oggettivamente sicuri".

Le parole del sindaco: un impegno per il futuro

Il sindaco Vito Leccese ha dichiarato: "Ciò che è accaduto rappresenta una tragedia che ha ferito profondamente la nostra comunità. Oggi, con grande dolore, ci riuniamo idealmente per rendere l'estremo saluto a questo bambino, nella speranza che vicende come questa non accadano mai più. Auspico che questo dramma susciti in noi maggiore attenzione e cura verso la vita quando è più indifesa, offrendo sostegno concreto a chi vive ai margini".

L'inchiesta della Procura di Bari

Sulla vicenda, la Procura di Bari ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e abbandono di minore. Per la prima ipotesi di reato sono indagati il parroco Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio, che il 14 dicembre aveva sostituito l’alimentatore del locale in cui si trova la culla. Le consulenze tecniche hanno rivelato che il materassino della culla non funzionava e che il climatizzatore, probabilmente a causa di una perdita di gas, emetteva aria fredda.

Il piccolo Angelo, come emerso dall’autopsia, sarebbe morto per ipotermia. Il filone sull’abbandono di minore è al momento a carico di ignoti.

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