
Era conosciuto anche in Tunisia il sistema illegale che aiutava i migranti irregolari in transito nell’hub di Lampugnano, a Milano, e diretti verso il Nord Europa. Lo ha raccontato un minorenne, vittima della rete criminale smantellata oggi con sette arresti e numerose perquisizioni tra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Abruzzo, condotte dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Locale sotto il coordinamento della Procura milanese.
Secondo l’inchiesta, che vede coinvolti circa 60 indagati, l’organizzazione avrebbe favorito l’immigrazione clandestina sfruttando la stazione degli autobus di Lampugnano, crocevia delle rotte migratorie verso l’estero. Gli inquirenti hanno documentato il funzionamento del sistema, attivo almeno dal settembre 2022: i migranti, spesso privi di documenti, venivano avvicinati da intermediari che, dietro compensi variabili tra i 150 e i 400 euro, acquistavano per loro biglietti di autobus con destinazioni in Francia o nei Paesi Bassi.
Minacce agli autisti e guadagni illeciti
Per garantire il passaggio indisturbato, i membri della rete avrebbero convinto, con ricompense o minacce, alcuni autisti degli autobus a evitare controlli rigorosi sui passeggeri. Due autisti sono finiti in carcere insieme agli altri arrestati. Durante le operazioni, sono stati trovati 20 mila euro in contanti a casa di uno degli indagati, considerati però una cifra modesta rispetto al giro d’affari stimato dagli inquirenti.
Un traffico di dominio pubblico e il collegamento con la Calabria
Come si legge nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice, il sistema era noto persino sulle coste tunisine, come raccontato da un giovane migrante sorpreso il 15 marzo 2023 su un autobus diretto a Parigi. Il ragazzo ha dichiarato di aver appreso dell’esistenza dell’hub di Lampugnano già prima di attraversare il Mediterraneo, confermandone l’attività anche nell’hotspot di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
La denuncia alle autorità competenti è arrivata dalla società Flixbus, che, in una nota, ha sottolineato il proprio impegno nel garantire la sicurezza di dipendenti e clienti, anche attraverso investimenti in personale dedicato. L’attività della rete di favoreggiatori, che agiva senza particolari precauzioni, è stata azzerata grazie a un’operazione che ha fatto emergere un fenomeno diffuso e radicato.
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