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Siccità in Sicilia: l'acqua della diga Trinità sversata in mare, "Intervenga Salvini"

Sul tavolo dell'emergenza il paradosso della chiusura dell'impianto di Castelvetrano, la denuncia di Legambiente sulle reti colabrodo, il piano che prevede 3 dissalatori e l'appello del Censia al controllo qualità. Intanto studenti cinesi studiano il lago di Pergusa

«Chiediamo un incontro con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per trovare una soluzione urgente che blocchi la messa fuori esercizio della diga Trinità (a Castelvetrano, ndr). La chiusura di questo impianto significherebbe la morte definitiva di centinaia di aziende vitivinicole che, ogni estate, per l’irrigazione, dipendono dalle acque di questo invaso. Senza l’acqua di questa diga non ci sarà futuro per 2.500 ettari di colture». Lo dice Matteo Paladino, vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale, sulla lettera inviata alla Regione siciliana dal ministero delle Infrastrutture.

«In queste settimane di pioggia - aggiunge Paladino - è stata sversata in mare una enorme quantità di acqua, è una situazione paradossale. Ai problemi della siccità si aggiungono quelli di una cattiva gestione delle acque. Da diversi anni la Cia lotta per un aumento di invaso per assicurare agli agricoltori del comprensorio una corretta irrigazione. Già l’anno scorso, a causa dello sversamento dell’acqua in mare, uliveti e vigneti hanno accusato un calo produttivo del 70%. Il ministero ha lasciato uno spiraglio aperto e si dice disposto a riesaminare il caso, la Regione deve intervenire per garantire l’irrigazione dei terreni per la prossima stagione», ha aggiunto.

Legambiente, intervenire su reti idriche colabrodo

La crisi idrica in Sicilia «certamente non è legata solo alla siccità del 2024 che l’ha solo resa più evidente ma affonda le sue radici su problemi gestionali enormi e mai risolti, vent'anni fa si tentò con l'ultima riforma di risolverli non vi si riuscì perché si fecero tutta una serie di scelte sbagliate». Lo ha detto il rappresentante di Legambiente dinanzi le Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera in audizione sulle misure per affrontare le situazioni di particolare emergenza idrica come la siccità in Sicilia e sull'attuazione del Pnrr (disegno di legge di conversione del decreto 31 dicembre 2024, n. 208). Il rappresentante di Legambiente ha osservato che ad esempio per la Sicilia «la soluzione proposta dal decreto cioè la realizzazione di tre dissalatori non è la soluzione giusta». Ad Agrigento, ad esempio, «bisognerebbe provare a finanziare e realizzare la nuova rete idrica della città per consentire alla città stessa di avere l’acqua 24 ore su 24, senza aumentare i costi in tariffa per i cittadini e riducendo notevolmente la quantità di acqua che viene immessa per raggiungere le case dei cittadini» perché «se ho una rete colabrodo aumentare la quantità di acqua che immetto nella rete non è il modo più efficace per risolvere il problema. Bisognerebbe intervenire sulle rete e che venga automatizzata la distribuzione».

Siccità, Censia: "Aggiornare il piano di sicurezza dell'acqua"

«Raccomandiamo al gestore idrico e alle diverse istituzioni che contestualmente all’entrata in operatività dei nuovi sistemi di dissalazione prevedano e aggiornino un piano di sicurezza dell’acqua». Lo ha detto il direttore del Centro nazionale sicurezza delle acque (CeNSiA) dell’Istituto superiore di sanità, Luca Lucentini dinanzi le Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera in audizione sulle misure per affrontare le situazioni di particolare emergenza idrica come la siccità in Sicilia e sull'attuazione del Pnrr. «Oltre a definire misure di gestione degli impianti legate alle misure emergenziali è importante che ci siano misure di breve medio e lungo periodo per garantire la resilienza dei sistemi» ha aggiunto Lucentini.

Lago di Pergusa e la crisi idrica all'esame degli studenti cinesi

Dalla Cina ad Enna, passando per Palermo, per visitare il lago di Pergusa ed analizzare la crisi idrica che ha colpito la Sicilia. Quindici studenti della Xìan Jiaotong University, del dipartimento di Architettura, gemellata con l’università di Liverpool, sono in visita ad Enna per un laboratorio che li porterà a progettare un centro di ricerca e degli spazi per accogliere ricercatori e turisti di ecoturismo e coinvolgendo le comunità locali. Gli universitari, dai 22 ai 24 anni, che si laureeranno a luglio di quest’anno, guidati da due docenti siciliani, che da anni vivono in Cina, la palermitana Silvia Alvano e Girolamo Barbaccia, originario di Cefalù, hanno proposto, di venire proprio in Sicilia, dove il problema della desertificazione e della siccità è molto evidente. «Ho pensato di selezionare il tema del cambiamento climatico e, da siciliana, ho pensato al processo di desertificazione e, dunque, la fine del lago di Pergusa che la scorsa estate è arrivato ai minimi storici - dice Alvano - Pergusa è proprio un caso emblematico». Gli studenti, prima di arrivare ad Enna, hanno fatto una formazione teorica a Palermo. «Grazie al professore Manfredi Leone, dell’università di Architettura di Palermo, abbiamo visitato l’orto botanico e la Zisa . Mentre ad Enna grazie alla fattiva collaborazione con la pro loco e la sua presidente, Gioia Pugliese, abbiamo visitato villa Zagaria con il campo del germoplasma, che raccoglie gli ulivi da tutto il mondo, il lago di Pergusa, con la sua riva dei giunchi e incontrato la comunità di Pergusa. Tutto questo per capire il valore dell’acqua e cosa significa l’acqua in Sicilia», affermano i giovani. «Ho visto qualcosa di unico e completamente nuovo - dice lo studente Josiah Poedji Hariono - tutte le esperienze che abbiamo fatto ci hanno aiutato a capire la complessità dei luoghi e dei temi attraverso l’interazione con la comunità».

 

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