Il presidente Sergio Mattarella ritorna a Messina per la seconda volta. Era venuto tre anni fa per i 70 anni di questo giornale e i 50 anni della Fondazione Bonino-Pulejo. In quell’occasione aveva sottolineato con forza l’importanza dell’informazione libera e indipendente. Un tema questo che è diventato una presenza costante nei suoi interventi e per questo gli siamo grati perché il pluralismo delle idee è, come ci ha ricordato più volte , “l’anima della democrazia”; così come lo ringraziamo per i caveat nei confronti di un potere tecnologico concentrato ormai nelle mani di pochissimi super miliardari che non nascondono la tentazione di volere influenzare le coscienze per condizionare le scelte politiche di ciascuno di noi e degli Stati.
Anche la visita di oggi assume un significato particolare. Il Capo dello Stato inaugurerà l’anno accademico di un ateneo prestigioso, qual è quello di Messina, dimostrando ancora una volta la sua attenzione e la sua sensibilità nei confronti della scienza, della ricerca e soprattutto dei giovani. E lo fa nell’anno in cui ha consegnato al Paese due parole che sembravano in questi anni essere state cancellate e che devono farci invece riflettere tutti: “Speranza” e “Rispetto”. Speranza nel futuro in anni contrassegnati invece dalla rassegnazione e dal disincanto, speranza in una ripresa non solo economica ma anche morale facendo leva soprattutto sull’impegno civile di ciascuno. Rispetto che è “il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà”. E non è un caso che appena due giorni fa lo stesso Capo dello Stato ha voluto offrire una forte testimonianza di “Rispetto” come antidoto contro ogni forma di odio e di discriminazione visitando a sorpresa una scuola palermitana frequentata da due bambini che erano stati vittime tre mesi fa di episodi di razzismo.
Ecco perché è importante la presenza di Sergio Mattarella in un’università, perché c’è attesa per quello che dirà innanzi tutto ai giovani da lui spesso definiti la grande risorsa del nostro Paese. «Possiamo contare sul loro entusiasmo – ha detto nel messaggio di fine anno – sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro ambizioni».
Bentornato Presidente.

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