Venne tre anni fa, a Messina, per ricevere il Premio intitolato a Uberto Bonino e a Maria Sofia Pulejo, su invito del presidente della Fondazione, Lino Morgante. Torna oggi, in riva allo Stretto, come primo capo dello Stato, in assoluto, a inaugurare l’Anno accademico della storica e prestigiosa Università peloritana, su invito della rettrice Giovanna Spatari. Sergio Mattarella ha un legame particolare con Messina, come affermò egli stesso nell’intervento del 2022 al teatro Vittorio Emanuele: «Da giovane ho avuto la possibilità di conoscere Uberto Bonino, di incontrarlo, e anche per questo motivo questa occasione mi è particolarmente cara e significativa. Questo Premio pensavo di riceverlo, venendo qui a Messina, da senatore a vita, non più da presidente della Repubblica, ma questa veste mi consente di sottolineare in maniera significativa l’importanza delle due ricorrenze che oggi celebriamo: i cinquant’anni della Fondazione Bonino-Pulejo e i settant’anni della Gazzetta del Sud. Desidero ringraziare la Fondazione per l’attività così importante e preziosa che svolge, particolarmente con l’impegno nei confronti della formazione dei giovani».
Sappiamo tutti cosa accadde tre anni fa. Il mandato del presidente della Repubblica era in scadenza, ma tutte le forze politiche “implorarono” Sergio Mattarella perché restasse al suo posto. Il suo equilibrio, la serenità, il rigore, l’imparzialità, l’entusiasmo da “vecchio giovane”, la difesa quotidiana dei valori della Carta costituzionale, la visione solidale, la sensibilità verso le nuove generazioni, erano e sono qualità delle quali un Paese come l’Italia non può fare a meno.
Tre anni fa si era all’inizio della sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il presidente lo definì «una storica opportunità di rendere più moderno ed efficiente il sistema del nostro Paese» e proprio per questo assume una rilevanza decisiva «l’impegno per i giovani del Meridione, perché, con il Meridione che si rilancia attraverso i suoi giovani, il nostro Paese può rendersi completamente e compiutamente più moderno ed efficiente».
Mattarella, sempre in quell’occasione, si soffermò, come spesso è accaduto in questi anni, sull’importanza del ruolo dell’editoria, mai così prezioso come in quest’epoca. «Naturalmente il ringraziamento alla Fondazione – disse – è anche per il suo versante editoriale, che unisce Calabria e Sicilia. E, con la Gazzetta, con il Giornale di Sicilia, vi è una manifestazione di cosa vuol dire l’attività di un’azienda editoriale sana e indipendente. Questo è particolarmente rilevante, e vorrei sottolinearlo, perché aziende editoriali solide e indipendenti rappresentano una ricchezza per il nostro sistema informativo. La Gazzetta – proseguì il capo dello Stato – compie settant’anni, il Giornale di Sicilia 162, manifestando ogni giorno un legame che li rende protagonisti del rapporto con le comunità dei territori cui si rivolge, registrando, nello stesso tempo, la grande fiducia nei suoi confronti da parte dei lettori. Anche qui va sottolineato come la presenza di testate, di quotidiani, radicati nei territori, con un forte rapporto con le comunità territoriali, rendono più saldo il sistema informativo del nostro Paese e sono un presidio di democrazia e di partecipazione. Quest’attività del mondo giornalistico, del mondo dell’informazione, sottolinea ogni giorno di più l’importanza della sua indipendenza. Lo abbiamo visto in ogni circostanza in cui le vicende e gli avvenimenti pongono delle sfide alla coscienza civile del Paese, del mondo, di ciascuno di noi. Lo abbiamo visto con la pandemia. Lo stiamo vedendo adesso... In questo scenario si agitano anche tentativi di notizie false, di nascondere la verità, di nascondere realtà, di nascondere fatti. Ecco, l’importanza degli organi di informazione indipendenti si manifesta ancora una volta fondamentale. Ed è fondamentale l’importanza di un sistema informativo che non preclude alcuna voce, ma che non subisce i falsi, che sa informare, per una capacità critica autonoma e propria, i propri lettori sui fatti e la realtà».
La scelta di inaugurare oggi l’Anno accademico a Messina acquista un rilievo straordinario. La sua presenza vuol essere il segno della vicinanza della massima istituzione della Repubblica a una comunità che, fatta di studenti, docenti e personale con altre mansioni, vive, studia e lavora ogni giorno per formare intere generazioni, per dare un contributo preziosissimo alla ricerca scientifica, per far crescere i territori di riferimento. E da oggi Sergio Mattarella sarà un “ricercatore” dell’Ateneo dello Stretto, perché gli sarà conferito dalla rettrice Giovanna Spatari, alle 11, al teatro Vittorio Emanuele, il Dottorato honoris causa in “Scienze delle pubbliche amministrazioni”.
Il programma dell’evento – trasmesso in diretta tv, a partire dalle 10, da Rtp e da Tgs – prevede, dopo l’intervento della rettrice, quelli del rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Domenico Quartarone, e della rappresentante degli studenti, Chiara Furlan. Nel corso del conferimento del Dottorato honoris causa, la “laudatio” sarà affidata al presidente emerito della Corte Costituzionale, il prof. Gaetano Silvestri, mentre la motivazione del conferimento sarà enunciata dalla professoressa Daniela Novarese, ordinaria di Storia delle Istituzioni politiche. Successivamente, il presidente Mattarella terrà la sua “lectio doctoralis”. L’inaugurazione dell’Anno Accademico, come ha spiegato la professoressa Spatari, è stata inserita in un programma articolato, intitolato “Messina Europa, 1955-2025”. La presenza del Capo dello Stato – afferma la rettrice « è anche lo spunto per un momento di approfondimento, confronto e riflessione, all’interno di una tre giorni iniziata lo scorso 20 gennaio».

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