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Strade asfaltate in fretta e furia ad Agrigento per la visita di Mattarella: ora si cercano i tombini con il metal detector

Strade bitumate in fretta e furia ad Agrigento, in occasione della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sabato scorso al teatro Pirandello ha presentato gli eventi dell’anno in cui la città è capitale italiana della cultura. I lavori (costati 510 mila euro di fondi regionali) sono stati così rapidi che i tombini e i chiusini sono stati coperti dal bitume anziché sigillati e messi a livello come andava fatto.

Questo perché i fondi sono stati erogati solo pochi giorni prima e il Genio civile di Agrigento ha dovuto operare in appena tre giorni (con l’imprevisto della forte pioggia) anziché le tre settimane che sarebbero servite. La conseguenza è stata che, questa mattina, gli operai hanno dovuto cercare i tombini con i metal detector per poi bucare la strada e «liberarli». Sotto il manto di bitume, peraltro, sono rimasti anche i chiusini, ovvero i punti della rete idrica con le saracinesche per aprire manualmente gli impianti e consentire il passaggio dell’acqua.

I video degli operai col metal detector che cercavano tombini e chiusini hanno fatto presto il giro dei social. Sulla vicenda è intervenuto pure il presidente regionale Giovanni Petrone che ha dato incarico all’avvocato Bruno Messina, vicepresidente regionale dell’associazione, di presentare un esposto alla Corte dei Conti per accertare eventuali danni erariali.

«Ci troviamo di fronte - scrive - a episodi che evidenziano parecchie criticità nella realizzazione dei lavori pubblici, e che rischiano di configurarsi come uno spreco di risorse pubbliche e una violazione delle norme sulla sicurezza. Infatti, dalle segnalazioni ricevute, sembrerebbe che con l’asfalto siano stati coperti tombini e parzialmente anche griglie di scolo, che andranno ripristinate per evitare problemi durante le prossime piogge. Con questo esposto, quindi, vogliamo fare chiarezza e garantire che i cittadini abbiano risposte certe e rapide».

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