
Il dramma della famiglia Cavoto è durata quattro ore. Un'infinità, se si considera la portata dell'evento, con una neonata rapita e portata all'esterno della clinica. Un caso isolato nella storia della cronaca italiana, ma non unico.
Esattamente 15 anni fa, le luci dei riflettori per dieci ore sono state puntate sull'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Un'infermiera, in servizio al Cardarelli di Napoli, si era appropriato di un bambino qualunque. Era reduce da un aborto e aveva organizzato il rapimento poche ore dopo il parto della mamma vera del neonato. Le similitudini con il caso di Cosenza fanno rabbrividire: anche l'infermiera millantò, proprio come Rosa Vespa, di aver avuto un figlio maschio e il compagno non ne sapeva nulla. E anche nel caso della donna campana, è stato determinante l'intervento della Polizia che trovò il piccolo nell'appartamento dell'infermiera. Quindici anni più tardi la replica. Anche stavolta, per fortuna, il lieto fine accompagna i titoli di coda.
Il caso giudiziario
La donna è tornata in libertà nel 2016, ovvero sei anni dopo il clamoroso gesto compiuto il 7 giugno del 2010.
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