
Era un magistrato-scrittore Rocco Sisci, che ci ha lasciato oggi all’età di 88 anni dopo una lunga carriera giudiziaria e una altrettanto prestigiosa attività nel campo della ricostruzione storico-antropologica delle tradizioni marinare e folkloristiche, non soltanto di Messina ma anche della Sicilia.
Originario di Amendolara, in provincia di Cosenza, dove era nato nel 1936, sin da giovane si era trasferito a Messina, città dove ha svolto a lungo la funzione di magistrato presso la Procura. È stato anche a capo dell’ufficio inquirente di Barcellona Pozzo di Gotto, e ad inizio carriera svolse anche le funzioni di pretore a Palmi e a Reggio Calabria.
Fu lui, quando era sostituto procuratore a Messina, agli inizi degli anni ’80, a gestire per molti mesi il primo collaboratore di giustizia della criminalità organizzata messinese, il pentito Giuseppe Insolito, detto “Inzollitto”. In una caserma della Polizia letteralmente “blindata”, raccolse pagine e pagine di verbali con la ricostruzione dell’intero organigramma dei gruppi mafiosi della città e della provincia, formando giorno dopo giorno quello che poi fu uno dei capisaldi dell’accusa al primo maxiprocesso alla mafia di Messina e della zona tirrenica.
Ma accanto all’attività di magistrato si dedicò per moltissimi anni, sin da giovane, all’altra sua grande passione, agli studi in materia di storia locale e di etno-antropologia, con particolare interesse per le tradizioni marinare. Aveva una eccezionale capacità di ascolto dei testimoni dei fatti storici e di catalogazione dei resoconti e dei racconti, nonché dei reperti antichi e dei filmati, che gli consentivano poi di dare alle stampe dei lavori di primissimo piano.
Nel corso di oltre un trentennio Rocco Sisci ha così pubblicato numerosi lavori, in gran parte dedicati allo studio di particolari aspetti della storia del folklore di Messina. L’ultima pubblicazione cui ha collaborato riguarda per esempio le fortificazioni e gli arsenali di Messina.
In materia di tradizioni marinare ha pubblicato una voluminosa trattazione sulla pesca del pesce spada con l’arpione nello Stretto di Messina, che gli è valsa autorevoli consensi nazionali, meritando nel 1984 anche il “Premio Calabria” di Villa S. Giovanni. Nell’ambito delle tradizioni marinare dell’area dello Stretto sono pure da segnalare senz’altro i titoli “Barche, padroni e marinai” e “Messinesi a Polsi”. Nel corso della sua vita ha inoltre pubblicato innumerevoli articoli su giornali e riviste specializzate, tenuto moltissime conferenze, nonché contribuito all’organizzazione di numerose mostre e convegni specializzati. Da ultimo era stato chiamato a far parte dello speciale Comitato tecnico-scientifico per la riforma della legislazione sulla pesca della Regione Siciliana.
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I suoi funerali si terranno giovedì 27 alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria della Consolazione di Gravitelli Inferiore. Ai familiari giungano le condoglianze della Gazzetta del Sud.
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