
«Da quel che si sente si percepisce che il collegio cardinalizio è compatto attorno al Santo Padre e sta pregando per una guarigione il più possibile veloce e completa». Così a Repubblica il cardinale Angelo Bagnasco, ex presidente Cei, parlando della salute del Papa. «Seguiamo con preoccupazione questi alti e bassi che certamente non sono una cosa bella - aggiunge - Però ieri è migliorato e questo fa ben sperare. Continuiamo a stringerci attorno a lui, e questa vicinanza è sicuramente già una bella cura e una bella terapia». «Certamente la Chiesa italiana, come ogni altra Chiesa nelle diverse nazioni, è compatta attorno al Papa attraverso i vescovi, i sacerdoti, le parrocchie - prosegue - Cosa cambia per la Chiesa questa lunga degenza? Non cambia proprio niente perché ci sono gli apparati della Curia e tutti gli organismi che sono appositamente lì per aiutare il Santo Padre secondo le proprie competenze. Sono in collegamento con la volontà che papa Francesco ha espresso in tutti questi anni e, presumo, in rapporto diretto in questi giorni con il Papa, ovviamente nei limiti delle possibilità cliniche. L’importante e l’essenziale è la fede, non le capacità organizzative. La Chiesa non è un’azienda, il Papa è l’anima della Chiesa, conferma e rafforza la fede di tutto il popolo di Dio. La fede non viene certamente meno se il Papa è in ospedale, perché rimane anche in questa situazione il riferimento essenziale». Le dimissioni del Papa? «Non c'è motivo di parlarne. La Chiesa non è un’organizzazione, e quindi questi discorsi, o pensieri, su cosa sarà, su cosa si farà e come, mi pare che siano proprio fuori luogo. Il Papa c'è e ci conferma nella fede come faceva San Pietro. È presente a questi appuntamenti giubilari con la sua preghiera e con l’offerta delle sue difficoltà fisiche attuali. È un tipo diverso di presenza ma è comunque una presenza».
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