Racconta la sua Bologna, vista con gli occhi del giovane musicista. "Là - racconta - cresci con due strade: quella dei cantautori e quella dei centri sociali, che ultimamente è stata castrata e mi dispiace perché la scena alternativa è stata fondamentale. Quando si è giovani c'é il fascino del viaggio in vespa verso la sala prove. E quando entri nella sala prove sei nella storia del rock".
Su Bob Dylan, "mi ci butto dentro quotidianamente perché me ne sono follemente innamorato. Però è una storia difficile. Mi sono accorto che lui non perde mai. Fa parte della sua struttura emotiva: ha un approccio per cui quando sta per perdere fugge verso altre mete. E' un approccio che ho molto amato".
Il tour de 'La teoria dei colori', che partirà proprio da Torino, "é il tour più importante che ho tra le mani perché forse ho gli interlocutori migliori. Io non mi sentirò mai Bob Dylan di fronte al mio pubblico, ma tutte queste persone sono pronte ad ascoltarmi. Coi Lunapop avevo successo, ma forse mancavano gli interlocutori e la credibilità che ho ora". Infine Torino. "E' bello - conclude - che ospiti gli Mtv Days e che il mio tour inizi da qui. E' una città di esempio per l'Italia. Se non mi chiama di nuovo Pupi Avati per un film, l'anno prossimo suonerò anch'io in questa rassegna".
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