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"Il sogno di volare"
di Carlo Lucarelli

CARLO LUCARELLI
"IL SOGNO DI VOLARE"
(EINAUDI, pp. 272 - 18,00 euro). 

"Da qualche parte in fondo al cervello, continuava a pensare: no. No, per favore, non un'altra volta.... Un'esplosione di violenza incontrollata, bestiale. L'aveva già vista una cosa del genere e per poco non ci aveva lasciato la pelle" pensa l'ispettore di Polizia Grazia Nigro, ricordando la sua lotta col serial killer detto l'Iguana. Torna, infatti, dopo 'Almost blue' e 'Il lupo mannaro', il bel personaggio in cui Carlo Lucarelli rispecchia il nostro tempo. 

Anche in queste pagine, infatti, le incertezze di Grazia, quelle personali, mentre si chiede se diventare madre o no e si interroga sul rapporto con Simone, e quelle professionali, col timore e l'angoscia davanti a un nuovo caso di violenza assoluta e brutale, sono quelle di un periodo difficile, di crisi e incertezze generali, in cui si acuiscono le differenze e i contrasti sociali, con l'aumentare dello sfruttamento in seguito alla disoccupazione e alla povertà della gente. La rabbia del nuovo assassino, il Cane, è quasi istintiva, é la rabbia di chi non ne può più e reagisce senza star troppo a pensare. 

Quella in questione, poi, si scatena incontrollata e finisce per colpire dove può, quel che gli passa vicino o riesce a raggiungere, così che la sua finisce per essere una guerra tra poveri, disperata e assoluta. Un'ira cieca che non sopporta più le ingiustizie, tanto che il nostro ispettore certe volte sembrerebbe comprenderla. Un mondo nuovo, insicuro, imprevedibile, come lo sfondo in cui si svolge la vicenda, una Bologna che è profondamente cambiata, piena di tensione e spettrale, tra immigrazione extracomunitaria e violenza, e torna ad essere protagonista del racconto. Un racconto lucido e impietoso, umanissimo e ai confini dell'umano, così che la realtà possa farci scoprire il proprio lato più inquietante, sostenuto da una scrittura non meno precisa e allusiva, insinuante e chiara. La morte del giovane Vincenzo Cardella, figlio di Anna Maria Giannello e nipote di Giannello Carmelo, potente famiglia camorrista che stende i suoi rami sino al nord del paese, sembra un atroce delitto di malavita organizzata, una vendetta o una spietata e feroce dichiarazione di guerra tra clan. 

Sembra che sia stato ucciso con le mani, strappato e fatto a brandelli Enzino, come lo chiama la madre, che all'istinto e le antenne esercitate della Negro, che lavora alla Direzione Investigativa Antimafia, appare subito, se non il boss, certo una che tira molti fili importanti della famiglia. Naturalmente nulla è quel che sembra e il lavoro della polizia e della Negro sarà lungo e meticoloso, pieno di imprevisti e di scoperte anche dure (da quelle che riguardano i suoi sentimenti, l'amore, a quelle sui colleghi carabinieri), ma tutto sulle note di alcune canzoni, solo apparentemente innocenti visto che diventano motori dell'azione, da 'La mia citta', senza pieta" di Luca Carboni a, e soprattutto, 'Il sogno di volare' di Andrea Buffa, i cui versi, ispirati a una morte sul lavoro in un cantiere edile, sono messi non a caso ad epigrafe del libro. Quasi un invito a dimenticare quei tragici voli, che hanno un ruolo centrale in questa vicenda, e a sperare di poter tornare a volare davvero, uscendo dal buco nero di questi anni. Perché il futuro esiste ed è, per esempio, nella dedica di Lucarelli alle sue due piccole gemelle e alla loro mamma.

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