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La notte delle donne
di Umbria Jazz

Umbria Jazz ha mandato in scena, ieri sera, lo spettacolo più partecipato, perché a vedere Natalie Cole e Fiorella Mannoia all'Arena Santa Giuliana c'erano cinquemila persone, record di affluenza di questa edizione. Le due signore della canzone si sono succedute sul palco ciascuna con il proprio show in quella che il festival ha presentato con il titolo "the ladies night". 

Alla fine, vince l' Italia. La Cole ha cantato standard della tradizione americana (Smile, The very thought of you), ha riciclato una inattesa Pink Cadillac di Bruce Springsteen ed ha attinto al repertorio in spagnolo che fu uno dei maggiori successi del suo illustre genitore. Natalie aveva otto anni quando (era il 1958) Nat King Cole, il re dei crooner, incise il primo lp di canzoni "latine". Oggi la figlia ha deciso di ripercorrere la stessa strada del padre ed ha pubblicato un disco simile. Quizas, Amapola, Oye como va sono alcuni dei temi cantati in spagnolo. Ma il clou è stato, come prevedibile, Unforgettable, la canzone che lanciò la Cole in un "duetto" virtuale con il padre: lei dal vivo, il padre in una registrazione audiovideo. Stessa cosa anche ieri sera, ripetuta per un altro classico "latino" come Acercate Mas: dai grandi monitor dell'arena il "Re" Nat, e sul palco Natalie. Bella immagine familiare, ma confronto improponibile per la figlia, soprattutto nelle attuali, precarie, condizioni della voce. Intervallo e nel secondo set la serata decolla. 

La Mannoia si è presentata con un progetto studiato apposta per Umbria Jazz, perché assieme agli omaggi a Lucio Dalla e alla riproposizione delle amate canzoni brasiliane, c'è stato anche "un po' di jazz" grazie alla presenza del pianista Danilo Rea e del trombettista Fabrizio Bosso, due dei più bravi jazzmen italiani che per altro hanno molta dimestichezza con la canzone d'autore. Per Fiorella non era l'esordio al festival umbro. A Umbria Jazz la Mannoia ha partecipato alcuni anni fa come ospite di uno spettacolo del Progetto Axé (che si occupa dell' educazione artistica di ragazzi brasiliani delle favelas) da lei supportato. L'inizio del concerto, con la Mannoia accompagnata al pianoforte dal solo Rea (che in questa formula minimale quanto difficile è particolarmente a suo agio) ha offerto qualche perla (O che sarà', Caruso, Io che amo solo te) ma il resto non è stato da meno, e Bosso vi ha contribuito con qualche solo degno di quelli che abitualmente suona in contesti puramente jazz. La Mannoia non dimentica di essere un'artista che sta molto dentro ai problemi del mondo e si spende generosamente per una politica di integrazione dei migranti e di equità nella distribuzione delle risorse tra nord e sud, salutata dall'applauso del pubblico perugino. Complessivamente uno spettacolo di grande qualità musicale.

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