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Emma Dane e le "ragioni"
di Polifemo

''Il povero gigante da un occhio solo Polifemo è sempre stato raccontato come un orrendo mostro, ingiusto e rabbioso, per questo - spiega Emma Dante - mi era venuta voglia di cercare di capire quale potesse essere la sua versione dei fatti''. Nacque così nel 2008, per la radio, un'Intervista impossibile, da cui oggi, per l'apertura del Ciclo di spettacoli classici all'Olimpico di Vicenza, la regista e autrice ha derivato ''Io, Nessuno e Polifemo'', che la vedrà anche in scena, a interpretare se stessa, in prima assoluta il 17 settembre. Il lavoro avrà poi, per ora, tappe al teatro Parenti di Milano, al Biondo di Palermo, al Bellini di Napoli. Polifemo è Salvatore D'Onofrio e Ulisse Carmine Maringola. ''E' nato uno spettacolo ironico, credo molto divertente, con molto testo, tutto scritto'', racconta sempre la Dante, più propensa in genere alla scrittura scenica che a quella a tavolino, reduce dalla vittoria del Premio Olimpici del Teatro come miglior regia dell'anno con ''Le sorelle Macaluso''. E spiega: ''provo a ripercorrere lo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi spaventosi. Incontro Polifemo e piano piano lo conquisto, lui si lascia andare, si mostra ironico, loquace, racconta l'arrivo del nemico dal suo punto di vista e mi spiazza. Certo, riconosce che la sua natura è quella di mostro selvaggio e antropofago, però sottolinea anche la propria felicità perduta, la nostalgia per la beatitudine che aveva a vivere in un'isola incontaminata dalla civiltà, prima che vi arrivasse quello straniero bugiardo e truffatore''. E Ulisse? ''Ulisse naturalmente reagisce, i due si becchettano, si punzecchiano come non riuscissero uno a fare a meno dell'altro. Da quando Polifemo è rimasto cieco Odisseo è come una presenza costante nella sua testa, come lo avvertisse sempre attorno nella sua caverna, ombra perenne della sua vita come incastonata nel vuoto del suo occhio''. Lo spettacolo naturalmente ha una consistente parte visiva, con l'intervento di tre danzatrici (Viola Carnici, Giusi Vicari, Federica Aloisio) che creano momenti di forte fisicità correlati alle chicchere dei tre personaggi, muovendosi sulla musica e le canzoni scritte e eseguite dal vivo dalla cantante siciliana Serena Ganci. ''Quando Ulisse evoca penelope, quando racconta dei suoi viaggi, delle fanciulle che tentano di sedurlo, di feste e banchetti, o quando Polifemo ricorda come divorò i suoi compagni e li masticò, ecco che quei momenti cerco di interpretarli non schematicamente, di dar loro una presenza forte, facendo come la regia riuscisse a contenerli dentro le parole''. E sono parole con echi meridionali, per Polifemo e Ulisse più napoletani che siciliani, se sentiremo il gigante cieco apostrofare la visitatrice: ''song io 'a caverna. Song tutt'uno con la roccia, monotono e gigantesco, un'enorme montagna senza cuore. Sono di pietra, signò, e voi mi abitate! Al posto dell'occhio tengo 'n fronte una grotta oscura e il macigno ca 'nzerra a metà l'entrata è la mia palpebra spezzata. voi site trasùta dinto, signò, nel monumento, e n'avite appena sfiorato la grandezza. Immense sale vuote mi scorrono dint'e vene, sorde e mute. Andate! Visitatele tutte! Tanto come trasìte accussì ascìte, tale e quale, perché non troverete altro che pietra e polvere. La mia voce non è riuscita a entrare nelle vostre orecchie come invece ha fatto quella di Omero, Virgilio, Euripide, Teocrito, Ovidio. Perché la mia voce è privata e voi non siete pronta a coglierne il segreto''. La stagione che sta per iniziare, vedrà Emma Dante riprendere ''Carmen'' alla Scala, ad aprile e poi nel periodo dell'Expò, e inaugurare a gennaio la stagione del Massimo con la regia di un'opera di Henze, mentre per l'Italia continueranno a girare ''Le sorelle Macaluso'', ''Verso Medea'' e ''Operetta burlesque'', che sarà anche a RomaEuropa.

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