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Ma esiste al Sud un'emergenza culturale?

Ma esiste al Sud un'emergenza culturale?

I dati come si devono interpretare? Dobbiamo gioire per il +17,6% del Museo di Reggio Calabria – inserito dentro un bilancio che pare ampiamente positivo per i musei italiani, che fanno il recod di visitatori e incassi – e per il riconoscimento del New York Times, che ha citato la Calabria tra le mete appetibili per il 2017, o dobbiamo riflettere, con amarezza profonda, sulle cifre impietose scodellate dall’ultimo Annuario Istat, pubblicato il 29 dicembre scorso?
Nella sezione “Cultura e tempo libero” l’Istituto statistico consegna alla Calabria la maglia nera per «la più bassa partecipazione alla vita culturale»: traducendo, se in tutta Italia il 18,6% della popolazione (un italiano su cinque) in dodici mesi non ha mai sfogliato un giornale o aperto un libro, non è mai andato al cinema, a teatro, a un qualunque concerto, né è mai entrato, nemmeno per sbaglio, in un museo o in un sito archeologico, questa percentuale in Calabria diventa del 34,8% (cioè più di un calabrese su tre).
Né sta molto meglio la Sicilia, che dopo la Campania, che è al secondo posto (con il 29,7%), si classifica tristemente terza con il 29,5%. E si tratta, come sappiamo, di regioni che hanno, da sole, porzioni importantissime dei beni culturali italiani, oltre a essere – incidentalmente – culle di civiltà antica.
La lettura analitica dell’Annuario Istat (che è consultabile in Rete sul sito, all’indirizzo www.istat.it) è estremamente istruttiva, ma ovviamente, per noi meridionali, davvero desolante, e non possiamo che consigliarla soprattutto alla classe politica, sperando che ravvisi le ragioni di quella vergogna che qualsiasi persona di buon senso è costretta a provare.
Sappiamo da anni di vivere in una condizione di crisi, tanto più perniciosa quanto più incide su un tessuto già povero, arretrato, minato dalle presenze perniciose della criminalità organizzata, ma questo non può bastare a spiegare per intero e davvero la condizione fotografata dal rapporto. E ci aspetteremmo di vederlo citato e commentato ovunque, in qualsiasi Consiglio e comunità, come una delle prime emergenze, se non quella fondamentale: che possibilità ha di riscatto, di progetto, di futuro, un popolo culturalmente inerte, dove la percentuale di quelli che non partecipano ad alcuna attività culturale, che non leggono giornali e figuriamoci libri, che non saprebbero trovare la porta di un museo o un teatro è così drammaticamente alta? E cosa si può fare perché l’ “altra parte” diventi davvero trainante? Intendiamo quella “parte” che malgrado tutto continua a leggere, andare alle mostre, al cinema, a teatro, ai concerti, quella che consuma ma soprattutto quella che produce cultura – lo straordinario mondo degli artisti, degli scrittori, degli attori, dei musicisti calabresi e siciliani, che ogni giorno devono inventarsi un modo per esistere, aprire spazi, popolarli, sottrarli – come dice Calvino nell’ultima pagina delle sue “Città invisibili” – all’inferno, e farli durare.
Nell’Italia ferma davanti alla tv (il 92,2% degli italiani la guarda «abitualmente»: in Calabria il 92,6; in Sicilia il 93,3) dobbiamo inventarci un modo per spostare quell’ «abitualmente», e volgere altrove quell’attenzione: alla bellezza di cui l’Italia trabocca, e il Sud anche di più. Come fare? Se lo sapessimo, faremmo gli assessori alla Cultura, sussurreremmo all’orecchio di Crocetta o di Oliverio, chissà, magari faremmo una rivoluzione.Ci limiteremmo a chiederlo, da queste pagine, agli intellettuali, agli artisti, agli uomini di cultura, ai librai, ai musicisti, ai lettori, ai sognatori. Magari loro lo sanno. 

 

Le cifre
Un italiano su cinque, il 18,6% della popolazione, non ha alcuna forma di attività culturale (non legge giornali o libri, non va a concerti o spettacoli, non visita mostre o musei).
In Calabria questa percentuale diventa del 34,8 per cento: è la “maglia nera” del Paese. Seconda la Campania (29,7%), terza la Sicilia (29,5%), quarto il Molise (28,5%). La percentuale più bassa si ha invece nelle regioni del NordEst.
Quanto ai libri, quasi 6 italiani su 10 in dodici mesi non ne hanno letto nemmeno uno. Ma tra i residenti nelle regioni del Nord la percentuale dei non lettori è del 49,8%, mentre al Sud raggiunge il 70,7%.

 

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