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Ma il G37 dei Poeti è stato un grande successo

Ma il G37 dei Poeti è stato un grande successo

Mentre i sette Grandi della Terra discutevano tra loro del futuro del pianeta, tantissimi Piccoli della Terra provavano a discutere col pianeta, utilizzando quel linguaggio elettivo che da sempre dà alla nostra strana specie, così rissosa e distruttiva, la possibilità di costruire conoscenza e bellezza: la Poesia. Al G7 dei Potenti si è contrapposto – grazie alla visionarietà e alla caparbietà di Antonio Presti, il mecenate siciliano, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, che da sempre combatte la sua guerra contro il brutto e il buio, con le armi dell’Arte e della condivisione – il G37 dei Poeti, pressappoco nelle stesse terre, in quella Sicilia che da secoli è emblema di mescolanza di culture e saperi e da anni è emblema d’accoglienza e generosità. Per tracciare un invisibile, gigantesco controincantesimo, opporsi a una visione della vita, e del mondo, dominata dall’economia e dalla finanza e regolata dal potere e dalle armi.
«Quando si manifesta il potere della conoscenza si svela l’impotenza dell’inganno economico»: lo ha ripetuto di continuo, in questi giorni, Antonio Presti. Accogliendo i poeti che hanno risposto al suo appello – tanti, da tutta l’Italia e dall’estero, tanto diversi tra loro per età, linguaggi, voci, da Maria Attanasio a Elio Pecora, da Milo De Angelis ad Aldo Nove, da Franco Arminio a Roberto Mussapi – , accogliendo gli artisti che hanno dato vita a performance abbaglianti (tra loro anche Daniela Motta e il Coro Polifonico Mater Catenae di Castiglione di Sicilia), accogliendo migliaia di studenti siciliani.
«Il futuro sostenibile, la democrazia, l’economia, si possono garantire soltanto attraverso un percorso di conoscenza. I veri potenti del mondo sono gli studenti, gli insegnati, i poeti, gli scrittori, gli artisti, i filosofi e gli intellettuali» ha detto Presti. E, d’altronde, sul concetto di Conoscenza – come percorso, consapevolezza, processo di sviluppo – è centrato il Manifesto di questo contro-summit dove i Piccoli sono i Grandi, dove l’unica Potenza è la Conoscenza e dove il denaro non ha alcun ruolo.
È stato un rito, una sorta di anticipazione del Rito della Luce che da anni la Fondazione di Presti celebra al solstizio d’estate. Perché – ed è questo il nodo fondamentale – «la Poesia non è solo linguaggio: è azione e creazione». E dunque occorre questo “fare”, questo incarnare la parola poetica, farne strumento reale di liberazione, di conoscenza. I poeti hanno letto le loro parole, o meglio le hanno “agite”, distribuendole nel vento (che siamo certi, le ha in qualche modo portate lì vicino, sul palcoscenico del Potere) in luoghi magici, tra Savoca, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa e il magnifico Bosco delle Betulle, sull’Etna, nel territorio del comune di Piedimonte Etneo. Un luogo bianco come le cortecce, nero come la lava, verde come le foglie. Un luogo che è diventato epicentro della cosa più potente che esista, della vera arma di istruzione di massa, che qui nel Sud possediamo da sempre: la Bellezza.
E se il summit dei Grandi ha prodotto pochi e incerti risultati, il summit dei Poeti è stato, come sempre, fecondissimo: chi semina poesia raccoglie sempre umanità, gioia, conoscenza.
Ditelo, ai Grandi. Loro non lo sanno.

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