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La Giornata della Memoria corta

Ue, priorità è sicurezza migranti su Sea Watch 3

Come d’abitudine, in questa pagina torniamo a mostrare, nella Giornata della Memoria – un appuntamento importante con la prassi e l’etica del ricordo del nostro recente passato – immagini del presente. Profughi, rifugiati, migranti: quest’anno, in particolare, quelli di Castelnuovo di Porto. Famiglie, bambini, ragazzi messi per strada dopo che avevano trovato una qualche stabilità, avevano ricostituito quelle poche cose fondamentali che aiutano a rifondare la vita (dopo l’inferno di viaggi allucinanti, dopo la ferita che comunque tutti i migranti, senza distinzioni, portano: la separazione dal proprio mondo d’origine): relazioni, affetti, abitudini.

Ora, nessuno vuol tracciare incongrui paragoni tra le persecuzioni del secolo scorso e il “trattamento” del fenomeno migrazioni di adesso, ma una cosa emerge, fortissima, dal dibattito pubblico del momento: la crudezza, la brutalità con cui parti crescenti della nostra società (e precise forze politiche) trattano questo tema; la preoccupante deriva di violenza che domina sempre di più il nostro rapporto con l’Altro, col Diverso, con lo Straniero (parliamo anche di omofobia, di antisemitismo, del risorgere di nostalgie nazifasciste).

Oggi non rendiamo solo omaggio alle vittime della Shoah, ma riflettiamo tutti assieme, dolorosamente, su quante di quelle vittime si sarebbero potute salvare se, all’apparire di assurde “leggi razziali”, al diffondersi di atteggiamenti sempre più aperti di discriminazione, alla crescente insensibilità di fronte alla violenza si fosse reagito altrimenti.

Oggi diciamo «perché non succeda mai più» di fare del male solo chiudendo gli occhi, solo ignorando la sofferenza degli altri, solo con l’indifferenza. C’è un piccolo frammento di Auschwitz, allora – di quell’Auschwitz ignorata, negata, rimossa – in ogni barcone che naufraga, in ogni nave che non può attraccare e deve peregrinare nel Mediterraneo, in ogni comunità dissolta. Ma anche in ogni feroce attacco ai principi elementari di umanità (e a chi se ne fa difensore, fosse pure il Papa), in ogni campagna d’odio a cui si partecipa anche solo con un clic o una condivisione. Se non lo sappiamo riconoscere, se non lo sappiamo eliminare, a cosa ci serve la Memoria?

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