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"Scendeteli", la polemica sulla lingua diventa battaglia politica

È diventata una battaglia social, quella sui verbi intransitivi usati transitivamente. Per intenderci, l’uso, molto meridionale (comunissimo nel Messinese), ma non solo, di dire «scendo il cane», o «salgo la spesa». È italiano corretto? No, certamente. È quello che i linguisti definiscono, appunto, “regionalismo”.

Lo dice con chiarezza, in una dichiarazione all’Ansa, il noto linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca: «E’ un uso marginale, regionale, non è dello standard italiano, quindi se lo usiamo dobbiamo capire che è colloquiale e popolare. Invece nei contesti in cui occorre un uso generale, affermato, riconosciuto, non ci sta bene».

Le stesse parole che aveva usato (e noi avevamo pubblicato ieri) il presidente della Crusca Claudio Marazzini, costretto a intervenire dopo che una nota dell’Accademia, abbondantemente fraintesa, era stata recepita come uno “sdoganamento” di quest’uso.

Ma sui social l’argomento divampa: ieri per tutta la giornata gli hashtag più usati su Twitter sono stati #AccademiadellaCrusca (con decine di meme, da «Accendi il Twitter che lo scrivo» a «Reddito di cittadinanza, esci il divano», oppure «Lega, esci i 49 milioni») e, sorprendentemente, #scendeteli.

Uno degli account più attivi nella imponente mobilitazione di massa - in corso da giorni - sotto l’hashtag #facciamorete, attorno ai valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della difesa dei valori costituzionali, @manginobrioches, ha pubblicato, in mattinata, una foto di uno striscione esposto a Siracusa, durante la manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti a bordo della nave “Sea Watch”, scrivendo: «#Scendeteli, e anche l’Accademia della Crusca chiuderà un occhio».

Il tweet, e l’hashtag, sono stati rilanciati centinaia di volte, collegati alla mobilitazione contro le politiche anti-immigrazione del governo. Persino il ministro Salvini, nel pomeriggio, in un tweet ha ripreso - sarcasticamente - il termine e l’accostamento alla Crusca.

«La lingua è fatta di tante varietà e questo ne fa uno strumento in movimento, che vive, che cambia - ha spiegato Sabatini - . In tutte le lingue esistono usi marginali, secondari che posso prevalere sotto la spinta di fattori nuovi: la ricerca della brevità e della velocità possono promuovere, come in questo caso, l’uso dei verbi dall’intransitivo al transitivo».

Attenzione però, aggiunge il linguista, «perché questo uso è documentato in tutte le regioni italiane, “uscire il bambino” l’ho trovato in Fenoglio, lo scrittore piemontese, quindi non è una questione di ignoranza dei meridionali come qualcuno ha voluto far credere». Appunto. Senza contare che lo striscione esposto a Siracusa era ironico: perché i meridionali sono estremamente capaci di ironia, anche quando fanno, serissimamente, politica.

Sabatini si è detto «un pochino sorpreso» della confusione creata sui social, e ha fatto riferimento a quei «giornalisti che scrivono bianco o nero, che tagliano le dichiarazioni e quindi creano il panico». E ha aggiunto: «È comunque un fatto positivo che si dibatta, significa che c’è attenzione ai fatti linguistici».

Usciamola, la lingua, quando serve, direbbero sui social.

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