Una decina di premi finora fra i quali spiccano il Golden Globe, il Critics Choice Award (ex aequo con Lady Gaga) e lo Screen Actors Guild (che generalmente 'anticipa' i vincitori degli Oscar), rendono Glenn Close la candidata da battere nella corsa agli Oscar come miglior attrice protagonista, dove è in gara con The wife.
Le avversarie forti tuttavia non mancano, da una delle più grandi interpreti della sua generazione, Olivia Colman in
La favorita, alla popstar Lady Gaga con A star is born. Completano la cinquina la debuttante Yalitza Aparicio protagonista del dramma famigliare Roma e la sorprendente Melissa McCarthy, perfetta falsaria in Copia originale.
Aver regalato decine di straordinarie performance non è bastato finora a Glenn Close per conquistare un Oscar.
Già in gara sei volte (per Il mondo secondo Garp, Il Grande freddo, Il migliore, Attrazione fatale, Le relazioni pericolose, Albert Nobbs), sembra stavolta molto vicina alla statuetta, grazie alla settima candidatura, arrivata per The Wife il dramma di Björn Runge nel quale si cala nei panni di Joan, scrittrice che, nell’ombra, mette per decenni il suo grande talento a servizio del marito.
«Come donne, siamo nutrici, è quello che ci si aspetta di noi - ha detto Glenn Close nel suo discorso di ringraziamento ai Golden Globe -. Ma dobbiamo anche trovare la nostra realizzazione personale. Dobbiamo seguire i nostri sogni».
Due teste coronate, Elisabetta II nella nuova attesa stagione della serie The Crown in fase di riprese, e la Regina Anna (1665 - 1714), in La favorita del provocatorio e geniale Yorgos Lanthimos, stanno creando una svolta nella carriera della britannica Olivia Colman. Classe 1974, già pluripremiata per serie come Twelve Twelve, Broadchurch e The Night Manager, dal 2011 ha regalato grandi prove anche al cinema, culminate nel suo ritratto della volubile, ferita, appassionata e instabile regina Anna al centro degli intrighi e gli amori di corte condivisi con Rachel Weisz e Emma Stone in La favorita. Un’interpretazione che le ha già portato, fra gli altri, la Coppa Volpi alla Mostra del
cinema di Venezia e il Golden Globe. ù
Calarsi in un ruolo iconico che ha avuto come volti in passato, Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand, non era facile. Ma si è rivelata all’altezza della sfida Stefani Joanne Angelina Germanotta, in arte Lady Gaga nella versione di A star is born di e con Bradley Cooper. La camaleontica pop star (in corsa agli Oscar anche come coautrice della canzone originale Shallow, che eseguirà dal vivo durante la cerimonia), ha dato molto di sè al personaggio di Ally, talentuosa cantante che trova nella star Jackson Maine (Cooper), un pigmalione e un
amore tormentato.
«Nella musica e nella recitazione mi ispiro sempre alle mie passate esperienze - ha spiegato a Glamour - dinamiche famigliari, relazioni, dolore, felicità gioia».
Alfonso Cuaron ha più volte sottolineato come una delle forze principali di Roma, il dramma famigliare, Leone d’oro a Venezia, con cui torna a competere agli Oscar, sia l’interpretazione nel ruolo della sensibile e generosa Cleo, di un’esordiente, non solo al cinema ma anche come attrice, la 25enne Yalitza Aparicio.
Un valore che non è sfuggito all’Academy. Yalitza, di origini mixtecas, impegnata negli studi come insegnante, è arrivata al film accettando di sostituire la sorella, scelta in origine per i provini, ma impossibilitata ad affrontare le
riprese, vista la gravidanza avanzata. Per lei è stato fondamentale il supporto sul set di Cuaron, che «mi ha aiutato a
immaginare che quella fosse la mia vita».
Completa la cinquina l'attrice comica Melissa McCarthy (già nominata fra le non protagoniste nel 2012 per Le amiche della sposa), che ha mostrato una gamma di colori ben più ampia in Can You ever forgive me? (in Italia uscirà con il titolo Copia originale a fine febbraio), film di Marielle Heller, sulla vera storia di Lee Israel, scrittrice in disgrazia diventata abilissima falsaria come autrice di finte lettere di personaggi famosi.
«E' una grande storia di umanità - ha detto l’attrice - vedere qualcuno così solitario e quasi invisibile combattere per la propria strada attraverso la vita».
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