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Il fumettista Gipi e la sua "ricerca" del fan misterioso

Uno dei fumetti di Gipi

Un documentario comico, bizzarro, che prende le mosse da una storia vera per poi trasformarsi in una surreale riflessione, che arriva dritta al cuore, sul senso e la necessità di raccontare delle storie. Auto-prodotto, pochi mezzi e tante risate, il film “Il ragazzo più felice del mondo” ha segnato la prima collaborazione tra il celebre fumettista Gipi (pseudonimo di Gian-Alfonso Pacinotti), che ne è il regista, e Gero Arnone, co-autore della sceneggiatura. I due – apprezzati autori di cortometraggi satirici per la trasmissione tv “Propaganda Live” e per la versione online del settimanale Internazionale – nel film, in cui dividono lo schermo con Davide Barbafiera e Francesco Daniele, sperimentano linguaggi e forme espressive per dare vita ad un’operina «molto strana, che su Saturno sarebbe un perfetto film di Natale, è sulla Terra che non trova collocazione...».

Ironico, scanzonato, Gipi racconta come è nato il progetto autoprodotto, girato in 6 settimane, e solo in seguito acquistato da Domenico Procacci e distribuito da Fandango, realizzato due anni fa e presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Distribuito in pochissime copie, gira in Italia grazie all’intraprendenza di esercenti e associazioni culturali, come la “Sudtitles” di Palermo che, da anni impegnata per la promozione del cinema in Sicilia creando sinergie con distribuzioni nazionali ed esercenti siciliani, ha organizzato un tour siciliano de “Il ragazzo più felice del mondo” con tappe a Palermo, Catania e Messina dove il film è stato proiettato alla Multisala Iris. Nei prossimi giorni invece arriverà anche a Mazara del Vallo, Ragusa, Modica, Alcamo, nell’ambito della manifestazione dedicata al cinema italiano “Esco” divenuta itinerante.

«Un giorno scopro per caso, attraverso Facebook, la lettera di un ragazzo che nel 2007 faceva i complimenti ad un fumettista italiano. L’ho riconosciuta: era identica ad una che io avevo ricevuto nel 1997 e scopro che per oltre 20 anni l’uomo scrive lettere tutte uguali – ha raccontato Gipi a Messina, preso d’assalto da amanti del fumetto e amanti del cinema – fui come posseduto dal demone del racconto perché convinto fosse una storia da raccontare e a me piace raccontarle. Avevo pensato ad un documentario, ma non avevo proprio la capacità di stare dentro ad una forma precisa, ne è nato un “documentario comico”, e chiamai un gruppo di amici».

«La sceneggiatura di Gianni era lunga 60 pagine, a pagina 60 c’era scritto “poi si vede” – gli fa eco Gero – l’idea del documentario con le vere reazioni della persona di cui si narra, l’ammiratore di fumettisti, ha poi preso un’altra strada, con scene completamente improvvisate».

Aleggia su tutto il film il desiderio narcisistico e tutto contemporaneo di esporre la vita intima. Gipi e Gero assieme a Davide, il fonico ipocondriaco, e Francesco, collaboratore ingenuo e sempre positivo, si muovono alla ricerca di quel particolarissimo, ossessivo “ammiratore”, anche grazie alla perizia di una grafologa: un’altra storia vera, molto divertente, che viene “tirata” dentro la vicenda pseudo-investigativa, in un rimando continuo di vero e finto, di reale e immaginario.

Riusciranno i nostri eroi a trovarlo, a smascherarlo, a mostrarcelo? Chissà. E chissà cosa vuol dire, mostrare la propria vita a tutti, e guardare ossessivamente - come ci capita sui social, sul web - le vite degli altri.

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