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Si fa presto a dire “giallo”

Dialetto sì oppure no? Ambientazione meridionale o settentrionale? Eroi o antieroi? Il genere giallo/thriller impazza in libreria, riuscendo nel miracolo di risollevare il fatturato. E sovente, oltre a scaldarci il cuore, quelle pagine consumate in fretta - pageturner vengono definite dagli anglosassoni - si ergono come un riparo dalle seccature quotidiane, generando un effetto empatico nei confronti dei protagonisti. Un buon libro come rimedio alla vita? Forse è più giusto dire che i lettori italiani, dati di vendita alla mano, premiano ispettori, poliziotti e vicequestori, e dunque, visto il successo, gli autori italiani debbono spaziare a tutto campo, osare fra location sempre più bizzarre e personaggi che alternano stranezze e pregi, danno vita a siparietti comici con i comprimari e hanno vite personali sempre più complesse che, talvolta, soverchiano la trama principale, divenendo il vero elemento capace di fidelizzare il lettore.

Talvolta la scintilla può essere geografica e, a ben vedere, nella mappa del crimine letterario c'era ancora uno spazio libero. A Rimini non si svolgevano indagini narrative e da lì è partito Gino Vignali - ricordate il celebre duo di scrittura satirica Gino&Michele alla base di Zelig? - per creare Costanza Confalonieri Bonnet, detta Connie. Vicequestore milanese e capo della squadra mobile di Rimini che indaga ma non disdegna le cene eleganti e i dopocena piccanti. Insomma, niente musi lunghi e drammi familiari, niente fantasmi nel passato ma una donna forte e consapevole del proprio fascino che torna in pagina con Ci vuole orecchio (Solferino), una citazione d'obbligo tratta da Jannacci. Si incroceranno due indagini e due uccisioni brutali - una donna ritrovata in un trolley e una esecuzione - narrate con una prosa lieve, alternando alto e basso, Gadda e siparietti comici, in un romanzo corale che si fa leggere con piacere.

Da una poliziotta ad un giornalista per raccontare La regola del lupo (Baldini+Castoldi) di Franco Vanni - cronista di nera nella vita vera - che ha creato Steno Molteni, giornalista 27enne seduttore che si ritroverà invischiato in una indagine sull'uccisione di un facoltoso imprenditore, freddato sul lago di Como nel comune di Bellagio. Steno - che ritorna in pagina dopo Il caso Kellan (2018, Baldini+Castoldi) - continua a vivere nella stanza 301 dell'Albergo Villa Garibaldi e lì, quando scende la sera, lavora come barista con un certo successo. Un contesto da cartolina, fra turismo e jet set, per una doppia indagine, ma, come spesso accade, sono le dinamiche personali del protagonista - il suo amore per la libertà e il legame con Sabine, la fotografa eritrea - a fidelizzare il lettore, in attesa della prossima avventura.

Ci spostiamo decisamente più a nord, in un borgo sulle Dolomiti, con La confraternita della rosa nera (Marsilio), incontrando l'ispettore capo Lukas Moroder, nato dalla penna del giornalista Riccardo De Palo. Fra la Val Gardena, Innsbruck e la Foresta Nera, con pietanze tipiche e sagaci battute in ladino, De Palo costruisce un'indagine complessa attorno ad un vero e proprio complotto che richiama in causa i leggendari Rosacroce, muovendosi sul campo affiancato da un tris di comprimari geograficamente molto vivido: Helga Schneider, Massimo Proietti e Ciro Esposito. Moroder, dalla sua scrivania a Bolzano, appassionato di musica dance e timoroso delle altitudini, si rivelerà un personaggio sfaccettato, sfoderando il cinismo - lo conoscono come “lo Yeti” - come arma di autodifesa dalla vita.

Forse il più fantasioso di questo quintetto è lui, Fabrizio Silei con Trappola per volpi (Giunti), ovvero il primo caso del detective contadino Pietro Bensi, ambientato ai tempi del fascismo a Firenze. L'azione prende vita il 3 luglio del '36 e per risolvere un crimine il vicecommissario Pietro Bensi - con tanto di baffetti e borsalino da divo del cinema - si dovrà rivolgere alla mente acuta di un contadino ferocemente antifascita del Chianti, il Bensi, lettore acutissimo e appassionato di escamotage narrativi (che ripete spesso «se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe»). Una sorta di Sherlock Holmes con radici contadine, in un inedito duo di personaggi per risolvere un crimine efferato che sfiora il Duce stesso. Un debutto nel giallo storico riuscito, capace di evitare i luoghi comuni e divertire il lettore.

Infine, scivoliamo lungo lo stivale, seguendo la scrittrice pugliese Gabriella Genisi che approda nella variopinta collana NeroRizzoli con Pizzica Amara, creando una nuova protagonista, Chicca Lopez, giovanissima salentina e carabiniera ribelle che sgomita per farsi strada nel mondo delle divise, un ambiente notoriamente molto carico di testosterone. Genisi - un'autrice già molto apprezzata grazie al suo commissario Lolita Lobosco - stavolta punta su Chicca che conduce un'indagine che ci porterà in una ambientazione turisticamente affascinante, il Salento, e le sue notti della taranta - ormai con appeal internazionale - alla scoperta del lato oscuro e superstizioso di questa danza, indagando su una doppia tragica morte che scuote i potenti locali.

A conti fatti, dalle Alpi alle isole, fra commissari e contadini, libro dopo libro, avventura dopo avventura, gli autori del giallo italiano creano e rimasticano la grande tradizione internazionale e tocca a noi lettori, solo a noi, incendiare le loro storie o riporle su una polverosa mensola.

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