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Cala il sipario sulla serie cult "Il trono di spade", Emilia Clarke: "Il finale? Unico possibile"

"Da questo momento non ci saranno più sovrani per nascita, verranno eletti in questo luogo dalle lady e dai lord".

È finita forse nell'unico modo in cui poteva finire. Dopo 73 episodi che per otto anni hanno tenuto i fan incollati alla televisione, il sipario è calato sulla serie cult "Il Trono di Spade" con una attesissima puntata che ha lasciato divisa l'audience (dati sull'ultimo episodio in onda negli Usa su HBO ancora non ci sono, ma 18,4 milioni hanno guardato quello di domenica scorsa), incendiando i social media.

Tra i pareri, quelli di membri del cast:

"Ho sempre saputo che il finale non avrebbe soddisfatto tutti. Le storie sono troppo vaste, i personaggi troppo complessi, e se piaci a tutti sei troppo tiepido. Per me quello è sembrato l'unico modo in cui poteva finire", ha detto, in un 'post mortem' con il "New Yorker" Daenerys (Emilia Clarke, la star britannica che durante le riprese è quasi morta per due aneurismi al cervello) che, nel gran finale, è andata incontro al suo ultimo destino.

"Ha fatto cose terribili. Ve lo dovevate aspettare", ha commentato Kit Harington (Jon Snow) preparando gli spettatori all'epilogo.

Alla vigilia del finale un milione di fan delusi avevano chiesto a HBO un remake dell'intera ultima stagione, affidata non più alla coppia D.B. Weiss and David Benioff, una ipotesi definita "assurda" da Isaac Hempstead-Wright (Brandon Stark nella serie), che l'ha presa "personalmente".

E se "Usa Today" ha sparato a zero per un epilogo "saccarinoso e pieno di cliché", gli orfani del "Trono" sperano nei prequel e negli spin off. George R.R. Martin, l'autore del ciclo "Cronache del ghiaccio e del fuoco" da cui è nata la serie, ne ha proposto almeno cinque:

"Tre stanno andando avanti in modo soddisfacente", ha detto sul suo "Not a Blog" spiegando che le riprese del primo potrebbero cominciare entro l'anno. Per HBO "Il Trono di Spade" è stata una gallina dalle uova d'oro, e la rete ha annunciato per l'estate il primo ciak del prequel con Naomi Watts e Josh Whitehouse che si svolgerà "migliaia di anni prima" il viaggio fatale di Ned Stark a Approdo del Re e che racconterà "la discesa del mondo dall'età dell'oro degli eroi alla sua ora più buia".

Per ora è stato dato il via solo a una puntata pilota e comunque per certo non se ne occuperà la coppia Weiss-Benioff, proiettati ormai nell'universo di Star Wars. L'episodio di ieri è andato in onda in Italia su Sky Atlantic e Now Tv con una replica stasera per chi non ha fatto nottata. Per gli Usa è stato un momento di esperienza televisiva collettiva simile al Super Bowl, con un day after di commenti non solo sul finale, ma anche sul significato della fine del genere della serie a puntate nell'era delle abbuffate televisive promosse da Netflix. Nel 1997, quando il colosso dello streaming nacque come servizio di DVD per posta, "Friends" e Seinfeld" dominavano i palinsesti del giovedì sera.

Da allora le abitudini televisive sono radicalmente cambiate.

"Se 'Il Trono di Spade' fosse uscito oggi sarebbe stato in grado di galvanizzare il pubblico nello stesso modo?", si è chiesto il critico del Los Angeles Times Lorraine Ali.

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