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Coronavirus, la pubblicità sul piccolo schermo nell'Italia della quarantena

Abbiamo sempre pensato che la pubblicità fosse un passo avanti alla realtà. Tuttavia, per un paio di settimane si avvertiva il distacco fra il momento storico e gli spot tv, per l'immobilismo della pubblicità rispetto alle dinamiche quotidiane. Parlare di dinamiche quotidiane quando una popolazione è costretta a chiudersi in casa può sembrare un assurdo, ma ciò che vedevamo era l'incongruenza delle immagini confinate in modalità che non ci appartenevano più.

Con i consumi ridotti al limite e l'azzeramento del desiderio del futile per l'impossibilità di acquistare il superfluo che diventa indispensabile solo grazie alla promozione sembravano surreali gli spot e, primi fra tutti quelli delle case automobilistiche con bolidi che sfrecciano fra panorami mozzafiato. Un insulto al buon senso per quanti, al momento, al massimo fanno circolare l'auto all'interno del condominio per dare alla batteria l'illusione di continuare a esistere. A parte i beni alimentari, consolatori soprattutto se grondanti di cioccolato, e tutti i prodotti per la casa, che suggerivano di igienizzare l'igiene, avviando le pulizie di primavera anzitempo (proprio per abbondanza di tempo), non riuscivamo a comprendere come il momento storico non venisse sfruttato dai creativi.

Ma come? possibile che nessuno capisca che è il momento di promuovere le penne lisce? E perché non si sponsorizzano con un tutorial le tinture per capelli casalinghe, vendute anche nel supermercato (pure più del lievito)? A parte qualche ditta che aveva prenotato gli spazi pubblicitari prima di Natale, per esempio, sembra che le colombe pasquali siano volate via senza fare il nido.

Finalmente, pochi giorni fa la pubblicità si è rimessa in parallelo con la vita corrente. Spot che invitano all'ottimismo, che sorridono alla speranza, ma che, alla fine, fanno leva sui suggerimenti che in questi giorni la tv trasmette e usano slogan per invitare a restare a casa e resistere. C'è chi pubblicizza l'acqua sostenendo che alla fine saremo più frizzanti, chi ricorda che la guerra è stata una occasione per migliorare la tecnologia e ci porta ad esempio le proprie autovetture, chi suggerisce che con un buon libro si può viaggiare, quantomeno con la fantasia. Però, scusate, noi non siamo creativi, ma nel nostro piccolo un suggerimento vorremmo darlo.

Se volete essere avanti, sponsorizzate la solidarietà, la forza, la voglia di fare, la capacità di comprensione. Fatelo oggi per non dimenticarlo domani. E se proprio deve ricominciare la corsa ai consumi, che siano pannolini, omogeneizzati e surgelati in monoporzioni, perché fra un paio di mesi, sarà un boom di nascite e divorzi.

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