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Renzo Arbore, o l’inconfondibile leggerezza dell’essere in televisione

Apparteniamo a quella generazione che ha felicemente assistito alla nascita della tv di Renzo Arbore, che rappresenta una categoria a sé nell’universo mondo dei generi televisivi.

Da Speciale per Voi, degli anni 70, a “Striminzitic Show”, cominciato lunedì, passano cinquanta anni tondi tondi e una televisione diversa nei modi e nei toni, spesso involuti e sgraziati, che non ha neppure sfiorato lo stile e l’armonia dei programmi arboriani, mai totalmente nuovi, sempre accattivanti.

Le venti puntate dello Striminzitic show, su Raidue, occuperanno la seconda parte della programmazione serale, più congeniale alla natura di Arbore, che ha fatto ricorso al suo personale palinsesto e alla sua memoria, imbastendo un programma condiviso con Gegè Telesforo.

La scenografia è quella del salotto di casa, nel quale lustrini e paillettes sono sostituiti da memorabilia di pura plastica, che hanno un loro motivo di esistere nel collezionismo d’autore. Striminzitic show è un guardare al tempo presente alla luce della passata allegria, ma non è amarcord, né Techetechetè, tanto meno rivisitazione.

Come diceva Italo Calvino «chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili».

Ecco, così fa Arbore che attinge alla sua esperienza passata, a momenti della sua vita, dei viaggi, della musica che ama e che con la sua orchestra italiana ha fatto conoscere nel mondo e lo trasforma in una carrellata di leggerezza. Il tempo presente è giocato anche con le figure istituzionali, come Conte o Matterella, doppiate con arguzia su argomenti attuali e anche alcune gag fra le più famose sono riprese con un sottotesto che si adatta alla situazione, ma che non stravolge più di tanto il significato, come nella famosa scena di Lello Arena e Massimo Troisi che si rivolgono a San Gennaro per avere un terno sicuro, che diventa una supplica per il bonus Inps. Ci sono gag già viste, alcune dimenticate, video dei viaggi personali di Arbore, una interferenza del citofono condominiale che fa tanto «volante 1 a volante 2», un serioso Telesforo che cerca di contenere il suo mentore e maestro, ma che tiene la sua posizione senza diventare “spalla”.

Due le riflessioni finali. Striminzitic show è scritto bene, perché tutti i pezzi si incastrano fluidamente, e la leggerezza di Arbore è sempre diversamente attuale senza apparire mai datata.

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