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AmaSanremo certamente, ma qui non scatta il colpo di fulmine...

Siamo onesti: ogni anno, al Festival di Sanremo, quando inizia la sezione giovani la maggior parte di noi, telespettatori veraci, si alza dal divano e si dedica ad altre attività. La collocazione delle nuove proposte nell’ambito della kermesse, inoltre, è sempre stata uno dei problemi di ogni direttore artistico, perché se si esibiscono all’inizio la puntata stenta a decollare e se sono relegate al finale il pubblico, già stanco, va a letto, a parte le lamentele dei concorrenti per la scarsa visibilità che hanno.

In realtà, negli anni Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Arisa, Fabrizio Moro e Francesco Gabbani, tanto per citarne alcuni, sono emersi proprio da questa costola del Festival, che, tuttavia, continua a non essere valorizzata pienamente. Fra l’altro, con tanti talent che circolano in tv, primi fra tutti X Factor e Amici, proprio la Rai e proprio Sanremo, sarebbero deputati a creare una vetrina per gli artisti sconosciuti che aspirano a salire sul palco dell’Ariston.

Per questo Amasanremo, su Raiuno, il giovedì, appare un lodevole tentativo di creare affezione nel pubblico prima dell’evento sanremese, consentendo ai giovani di esibirsi e di essere selezionati da una giuria di esperti. Ancora più lodevole, poi, ci appare Amadeus, che, appunto, non rinuncia a mettere la propria professionalità a servizio della categoria dei “più deboli” della manifestazione che dirige e presenta.

Amasanremo, però, per vari motivi resta una trasmissione che potrebbe essere meglio valorizzata. Innanzitutto, non può essere trasmessa in seconda serata, (perché si ricade nel problema della poca visibilità) e, soprattutto, mentre su Sky è in pieno svolgimento la corazzata di X Factor.

Va bene che il programma cerca di sfruttare il traino di “Doc”, va bene che è concentrato in un’ora, ma chi fa zapping fra Raiuno e Sky (praticamente chi scrive) è come se passasse da una festa a casa con i parenti a un vernissage modaiolo in una galleria d’arte.

Per carità, ad Amasanremo si respira una bella aria, di freschezza, simpatia ed empatia con i cantanti, con Riccardo Rossi che contribuisce ad una atmosfera scanzonata. Anche la giuria, composta dalla direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, Luca Barbarossa, Morgan e Pelù – questi ultimi già scafati per le loro precedenti partecipazioni ai talent – contribuisce a non esasperare i toni e a incoraggiare i ragazzi in gara. Ciononostante, si ha la sensazione di una trasmissione con poca originalità, che scopiazza i meccanismi ben conosciuti ai telespettatori, ma che è priva di un elemento fondamentale: la seduttività.

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