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X Factor: il lametino N.A.I.P. canta gli Afterhours e va in finale!

Se si chiudono gli occhi, quel che N.A.I.P. restituisce al pubblico ha un significato preciso e interessante. Va in finale, un successo meritato.

E' stata la serata dei duetti che hanno fatto perdonare qualche imprecisione qua e là. Izi, Lazza e Madame tra gli ospiti. In finale ci vanno il lametino Naip, i Little Pieces of Marmelade, la favorita Casadilego e il rapper Blind.

Gli artisti

N.A.I.P.  Per il lametino, l’accostamento con Elio è certamente riuscito, forse addirittura l’unico possibile, infatti l’esibizione funziona perfettamente. Ospitare Elio però è però un’arma a doppio taglio: Elio infatti è la dimostrazione plastica che la simpatia e la forte matrice stilistica contano, eccome, ma poi bisogna avere quella statura per sapersi piazzare ovunque. N.A.I.P. ce l’ha, perché ci fa divertire e tanto. In seconda manche ha addirittura il fegato di cantare in faccia a Manuel Agnelli un brano degli Afterhours, che si commuove e gli urla che ha “le palle di titanio!”. Effettivamente se si chiudono gli occhi, quel che N.A.I.P. restituisce al pubblico ha un significato preciso e interessante. Va in finale, un successo meritato.

Blind. Gli assegnano la giovane e talentuosissima Madame. Ha carattere, ispira simpatia, la sua freschezza crea un piacevolissimo corto circuito con la solida struttura di quello che canta…questo Madame. Ah Blind…be Blind si aggira per il palco come se qualcuno gli avesse appena regalato un pozzo senza fondo di tiramisù. Anche in seconda manche, quando canta il suo inedito, evidenzia in maniera preoccupante la linea ormai troppo sottile che divide il palco del Forum d’Assago di Milano dalla stanzetta di qualsiasi adolescente che deve stare attento a non svegliare la nonna che dorme di là. È di gran lunga il più ascoltato tra i concorrenti, è quindi sorprendente vederlo al ballottaggio finale, tutti quei ragazzetti con un gusto musicale orrendo devono essere svenuti all’unisono come in “Flash Forward” (citazione per pochi fortunati, ok). Una situazione scomoda nella quale non si era ancora mai ritrovato, abituato com’era a veleggiare sicuro sospinto dai suoi 7 milioni di stream, si salva e in fondo è giusto così, rappresenta qualcosa che esiste, nostro malgrado.

Casadilego. In prima manche duetta con Lazza, il rapper pianista, sulla carta la coppia dovrebbe strafunzionare, la riuscita del pezzo però è buona fino ad un certo punto, la ragazza a tratti sembra un po' in difficoltà. Recupera in seconda manche cantando “Lego House” di Ed Sheeran, un territorio dove domina in scioltezza come Mike Tyson sul ring col Commissario Basettoni. Va in finale e ci sta, fin dalla prima volta che l’abbiamo sentita cantare.

Little Piece Of Marmalade. Questa edizione di X-Factor porta in tv i Verdena, una band fondamentale per tutta quella generazione di persone che tutto fa meno che guardare X-Factor, piuttosto preferisce passare la giornata sui social a prendere a parole Alberto Ferrari per aver accettato; l’amore del pubblico è un sentimento molto strano. I due ragazzi sono felici come chi gioca una partitella nel parchetto sotto casa e all’improvviso spunta Messi; quali siano le azioni, chi abbia fatto goal o meno, chi vince e chi perde, importa poco, quel che conta è assistere a questa meravigliosa manifestazione di gioia. Lo stesso vale per la seconda manche, quando decidono di cantare “Gimme all your Love” degli Alabama Shakes, insomma fanno di tutto per tornare a casa, provocazione pura. Eppure vanno in finale dove, a quanto pare, per farsi buttare fuori canteranno una serie di improperi contro i parenti più stretti dei giudici.

MYDRAMA. Nel video introduttivo sostiene “in semifinale, chi se lo aspettava?”, ah, non so, noi no, e probabilmente nemmeno i Melancholia. Eppure il featuring con Izi è certamente il migliore della puntata; i limiti vengono fuori nuovamente quando canta la splendida “Spigoli” di Mara Sattei, probabilmente ormai la cantante più coverizzata della storia di X-Factor. Nella sua serata migliore viene eliminata, peccato, ma non ne facciamo un dr…No, questa è troppo anche per noi.

I giudici

Emma. Truccata e vestita come la cugina inquietante di Nicole Kidman nel cast di “The Hours”, secondo i dati di Spotify senza i suoi pipponi Blind farebbe più ascolti di Ed Sheeran. Dopo l’esibizione di Casadilego con Lazza esulta al fatto che su quel palco “non c’è razzismo”...ma non capiamo a chi o cosa si riferisca; sparpaglia cliché buonisti non solo inutili, che noi mica ci attacchiamo al capello, ma anche piuttosto irritanti.

Hell Raton. L’unica cosa che risplende a quel tavolo da quelle parti sono gli orecchini che ha rubato alla zia.

Manuel Agnelli. Il sedativo che gli hanno sparato da dietro le quinte ha funzionato. Ad un certo punto sostiene che è meglio fare un passo indietro, perché questo è lo show dei concorrenti e non dei giudici, non potremmo essere più in disaccordo: la forza del format è il sangue che deve sgorgare tra quelle sedie, anche per finta, fa nulla, ma qualcosa deve accadere, se volevamo stare assistere ad una gara canora perbenista e incravattata guadavamo Sanremo.

Mika. Gag con N.A.I.P. ed Elio a parte, è spento, fermo, come quelle molle nei flipper dove la biglia rimbalza costantemente ma non ti fanno prendere punti.

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