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Nella bolla di Bolle è la bellezza che, chiunque sia in ballo, balla

Prima che di Roberto Bolle, ideatore e protagonista di “Balla con me”, diventato ormai un classico appuntamento del Capodanno di Raiuno, vogliamo dare il giusto riconoscimento a coloro i quali, dietro le quinte, hanno fatto sì che la Rai mettesse in scena uno spettacolo di grandissima qualità. Perché Bolle balla, ma gli altri fanno tutto il resto. Il rapimento estetico della performance “Cacti” sulla coreografia di Alexander Ekman, interpretato da Bolle con la Compagnia del Teatro dell’Opera di Roma, va, infatti, soprattutto al coordinamento fra la fotografia di Carlo Stagnoli e la regia di Cristiano D’Alisera. Così come l’interpretazione di “Dante” con Agnese Di Clemente e la MM Contemporary Dance Company, è stata valorizzata dalle scene di Giuseppe Chiara e il gradevolissimo pezz, che vedeva Diodato 007 in un parkour grafico si è avvalso della ideazione di Cristina Redini.
Bolle fa nella danza ciò, che al tempo, Luciano Pavarotti realizzò con Pavarotti and friends, da superstar che ha fatto del suo talento una missione: cerca la complicità di quanti provengono da ambienti dello spettacolo diversi per esaltare un’arte che si nutre di musica, disciplina, eleganza e bellezza e aprire una prospettiva nuova in un mondo sostanzialmente riservato a pochi eletti.

Per compiere questa missione bisogna avere la capacità di mescolare con stile, ma soprattutto con la coerenza che tende ad uno scopo, l’alto con il basso, il classico col pop.
Ballare in doppio su una canzone d’amore buttata via di Vasco Rossi rocker ieratico e disincantato, immaginare che il duello fra Capuleti e Montecchi possa essere descritto come una telecronaca calcistica insieme con Fabio Caressa, mescolare lo Schiaccianoci con Sweet dreams cantata da Diodato, raccontare della violenza sulle donne in uno straziante passo a due e lasciare la scena alla street dance di Carlos Kamizele, mentre la voce di Ghali recita “Still I Rise” dell’attivista per i diritti civili Maya Angelou.

Il compito di tessere con leggerezza i vari momenti dello spettacolo spetta a Miriam Leone, Francesco Montanari e Stefano Fresi che al pianoforte regala un medley di pezzi che girano intorno alla parola danza, un’altra piccola perla ben scritta e orchestrata. Inutile dire che le esibizioni di Bolle sono coniugate con la perfezione, anche se come showman non ci alletta con la sua empatia, perché il rigore che ne contraddistingue le performance sembra non abbandonarlo neanche nelle circostanze più colloquiali, ma non importa più di tanto perché la sua idea di spettacolo, per e con la danza, è uno di quei prodotti che rendono grande la Rai.

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