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Mille "Bauli in piazza": la manifestazione dei lavoratori dello spettacolo sul "palco" di Roma

"Ai lavoratori dello spettacolo servono maggiori tutele. Questo è un percorso che dovrà proseguire anche a livello parlamentare. Siamo qui per sostenere le rockstar che sono dietro al palco. Senza di loro nulla potrebbe accadere"

Il cantante Max Gazze durante la manifestazione nazionale del settore dello spettacolo e degli eventi in crisi per l'emergenza Coronavirus (Covid-19) con 1000 bauli in piazza del Popolo, Roma, 17 aprile 2021

Dopo Piazza del Duomo a Milano è stata Piazza del Popolo, a Roma, il nuovo palcoscenico per la protesta dei lavoratori dello spettacolo, con il flash mob di Bauli in piazza, che ha portato oltre 1000 (più molti altri lungo le transenne) fra artisti, tecnici, organizzatori, a manifestare, nel rispetto delle misure anticovid, per farsi ascoltare dal governo. Tutti vestiti di nero, utilizzando come simbolo i tipici grandi bauli dello stesso colore usati per trasportare attrezzature, scenografie e strumenti necessari per gli spettacoli e i concerti.

L’evento, che vede unite decine di sigle, come Unita, Sarte di scena, passando fra le altre per Fedas, Rock In Roma, Arci Roma, Coordinamento Stage!, La musica che gira, ha mescolato silenzio e ritmi creati sbattendo le mani, i pugni o le parti superiori dei bauli o scandendo a gran voce i giorni di inattività accumulati finora a causa della pandemia, 419. Un mare in nero completato dalle maschere sui volti, a simboleggiare l’anonimato nel quale li ha lasciati la politica ma anche l’unità con cui manifestano.

Davanti ai bauli anche volti noti come, fra gli altri, Fiorella Mannoia, Giuliano Sangiorgi, Max Gazzè, Emma, Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Alessandra Amoroso, Diodato, Roy Paci. «Essere qui è fondamentale - spiega all’ANSA Emma -. Devo tutto agli operatori della musica, senza di loro non sarei potuta salire su un palco in tutti questi anni. Devono essere trattati con gli stessi diritti di tutte le persone che lavorano».

Tra le richieste dei manifestanti: l’immediata istituzione di un fondo da erogare in soluzioni mensili a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, anche discontinui e partite Iva; un immediato sostegno economico per le imprese della filiera basato sul fatturato annuo legato a spettacoli ed eventi e un’immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale per definire modelli graduali di ripartenza del settore. «Sono qui con voi per dimostrare che non abbiamo paura di salire su quel palco - ha detto Renato Zero salutando i manifestanti poco prima dell’inizio del flash mob, terminato con tutti i partecipanti in piedi sui bauli -.

La musica ha sempre guarito i cuori di tutti. Questi governi guardino con un pochino più di attenzione al nostro destino». Tra le persone in piazza anche giovani famiglie come quella composta da Luca, tecnico del suono, Elisa, ballerina, e il loro piccolo di un anno e mezzo: «Siamo qui per dare un messaggio - spiega Luca -. Noi amiamo il nostro lavoro anche se spesso ci fa fare orari assurdi. I pochi fondi erogati in quest’anno di inattività non ci consentono neanche di arrivare a fine mese, ma noi più dei sussidi, vogliamo riprendere a lavorare».

Ora che il governo ha dato una prima data per la ripresa degli eventi e la riapertura degli spettacoli, il 26 aprile, "faremo di tutto per ripartire appena possibile - dice Fiorella Mannoia - perché corriamo il rischio di perdere sennò tutte queste professionalità. Saremo attentissimi e ligi, come abbiamo fatto anche negli ultimi concerti che ci avevano concesso di fare. L’importante è garantire il lavoro».

Per Francesco, organizzatore quarantenne di eventi, «in realtà solo un 10% di noi potrà ripartire nei prossimi mesi. La maggior parte riprenderà l’attività nel 2022: le limitazioni sul numero degli spettatori non permettono a molti di programmare gli eventi». È importante «essere qui, per dare voce a chi è dietro il palcoscenico - sottolinea Max Gazzè -. Ai lavoratori dello spettacolo servono maggiori tutele. Questo è un percorso che dovrà proseguire anche a livello parlamentare. Siamo qui per sostenere le rockstar che sono dietro al palco. Senza di loro nulla potrebbe accadere». In piazza fra gli altri anche insegnanti di danza come Emanuela, arrivata da Venezia, Elisabetta da Perugia e Cinzia da Imola: «Nei discorsi sulle riaperture delle scuole di danza ancora neanche si parla -dicono - è come se ci avessero cancellato».

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