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Le "Giornate Fai di primavera" si tingeranno di giallo e blu in segno di solidarietà all'Ucraina

Il fondo ha deciso di destinare 100 mila euro al restauro di un bene ucraino scelto in accordo con l'Ambasciata italiana e la Chiesa locale

Basterebbero, forse, anche solo le immagini dei 14.090 monumenti eccezionalmente aperti dal 1993 a oggi. Ma a raccontare il successo di questi anni ci sono anche gli 11 milioni e 600mila visitatori, diligentemente in fila per scoprire un pezzo in più del nostro patrimonio artistico e culturale. O la schiera dei 330 mila “apprendisti Ciceroni”.

Così le Giornate Fai di primavera festeggiano il traguardo delle trenta edizioni e tornano a spalancare porte e cancelli sulle bellezze nascoste, inaccessibili o sconosciute ai più, del nostro Paese sabato 26 e domenica 27 marzo. Lo fanno con una schiera di siti, ben 700 luoghi in 400 città. Ma anche con il cuore rivolto all’Ucraina. «Avrei voluto festeggiare con la solennità, la gioia, il sorriso, il tintinnio di calici che i grandi anniversari richiedono», racconta il presidente Marco Magnifico, ricordandosi appena 37enne, quando nella prima edizione voluta da Giulia Maria Crespi, correva per Milano a consegnare le giunchiglie in omaggio ai nuovi iscritti.

«I giorni cupi, amari e interminabili che stiamo vivendo», non lo rendono possibile, spiega con ancora negli occhi le immagini del «Cristo di Leopoli che quasi con resistenza lascia la sua chiesa». E allora anche il Fai si schiera e non solo esporrà i colori della bandiera ucraina nei beni aperti nelle Giornate di primavera, ma «quando tutto questo sarà finito, dedicherà 100mila euro al restauro di un bene ucraino scelto in accordo con l’Ambasciata italiana e la Chiesa ucraina».

Per la prima volta, poi, alle tante aperture si aggiunge anche la Chiesa dei Santi Sergio e Bacco nel rione Monti a Roma, piccola e antica chiesa di rito ucraino-bizantino, sede dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, dove, dice il parroco Taras Ostafiiv, «oggi gli italiani vengono ogni giorno a portare aiuto e solidarietà». Ma le bombe non fermano la bellezza. E allora, guidati dalla direttrice generale per gli Affari culturali del Fai, Daniela Bruno, la grande cavalcata attraverso l’Italia parte dalla capitale dal Casino dell’Aurora Ludovisi, gioiello cinquecentesco con l’unico murale di Caravaggio, e da Palazzo Corsini, sede dell’Accademia dei Lincei.

Tra i 32 siti con il Bollino blu europeo, anticipa Massimo Gaudina, capo della rappresentanza a Milano della Commissione europea, «per la prima volta c’è anche Badia Fiesolana, vicino Firenze, sede dell’Istituto Universitario europeo e degli archivi storici dell’Unione. Un luogo eccezionale, perché conserva documenti, testimonianze e fotografie dei primi passi dell’Ue».

«Il nostro Paese è uno straordinario e unico museo diffuso di cui molte parti sono poco conosciute al pubblico», commenta il Ministro della cultura Dario Franceschini, con gli auguri per i 30 anni delle Giornate e «un ringraziamento alle centinaia di volontari che contribuiscono a proteggere e raccontare agli italiani la bellezza dei nostri territori». «Si deve la stessa attenzione anche al patrimonio culturale di tutti gli altri Paesi del mondo. In questi ultimi giorni - aggiunge la Sottosegretario per la Cultura Lucia Borgonzoni - il nostro pensiero corre ai civili vittime del conflitto e ai tesori minacciati dalle bombe in Ucraina». Come sempre, le Giornate chiuderanno la settimana Rai di sensibilizzazione dedicata ai beni culturali, dal 21 al 27 marzo.

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