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L'orchestra della Arena di Verona contro Placido Domingo: "Non più all'altezza"

Placido Domingo

Un ammutinamento nel tempio della lirica. Nientemeno che contro il "re" della lirica: Placido Domingo. Accade all’Arena di Verona dove gli orchestrali e il coro, affidando l’imbarazzante compito alla Slc-Cgil, hanno contestato le ultime perfomance del grande cantante nell’anfiteatro scaligero, definendolo «non più all’altezza della sua fama e del compito affidatogli». Ciò, in particolare, per la difficile direzione dal podio di 'Turandot', il 26 agosto, quando al termine dell’opera l’orchestra non si è alzata nemmeno in piedi per raccogliere l’applauso.

Un ritorno non semplice quello di Domingo in Arena, fin dall’inizio, con le proteste delle associazioni femministe, guidate da «Non una di meno», che ne contestavano l’ingaggio da parte di Fondazione Arena, nonostante le accuse di molestie sessuali che avevano già portato l’artista madrileno a lasciare la direzione dell’Opera di Los Angeles, «dopo aver chiesto scusa alle vittime, salvo poi ritrattare tutto». Ma qui il #meetoo non c'entra. Il popolarissimo tenore (e baritono) è finito sul banco d’accusa per la qualità delle sue esibizioni, come cantante e direttore d’orchestra. Il sindacato degli orchestrali se l’è presa prima con la Fondazione areniana, «per le deludenti prime - scrive - di Carmen, Aida e di Traviata». «Ma il 25 e 26 agosto - aggiunge - abbiamo assistito alla debacle totale delle due serate dedicate a Placido Domingo, il 'Verdi Opera Night' e la Turandot diretta dallo stesso artista».

«Viste le imbarazzanti prove - prosegue il sindacato - ciò era stato previsto e denunciato dagli stessi artisti del coro, professori d’orchestra e tecnici di palcoscenico, i quali avevano capito che Domingo non era all’altezza della sua fama e del compito affidatogli dalla Fondazione». Nella serata del Gala Verdi aveva suscitato malumori tra il pubblico l’improvviso forfait di Domingo, poco prima della scena del banchetto di Macbeth, sostituito da Roman Burdenko per un improvviso calo di voce. La Cgil insiste: «il risultato delle due serate è stato pessimo e soltanto la professionalità delle maestranze areniane ha permesso che l’evento non si tramutasse in un gigantesco fallimento». «Nella Turandot (opera impervia per qualunque direttore, tanto più se non vengono fatte le dovute prove) -ricostruisce la Cgil - tutte le maestranze si sono sentite abbandonate a loro stesse, rischiando più volte di andare tutti gambe all’aria. A conferma di ciò, al termine dell’opera c'è stata una protesta dell’orchestra che, consapevole della mediocrità dello spettacolo appena terminato, ha rifiutato di alzarsi in piedi al consueto segno del direttore che li invitava a prendere gli applausi». Un bicchiere amaro fino al fondo: "molti professori d’orchestra e artisti del coro non hanno dubbi: quella del 26 è stata una delle serate più umilianti per tutto il settore artistico». Attacchi ai quali, per il momento, non è giunta risposta dalla Fondazione Arena. Scl-Cgil ha chiesto infine alla Fondazione lirica di ripensare ("o annullare") l’organizzazione del Galà Domingo previsto per il 2023.

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