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Marco Rizzo, da un grande testo derivano grandi fumetti di Spider-Man

A colloquio con lo scrittore Marco Rizzo. È tra gli autori del Magazine dedicato all’iconico supereroe e ha firmato un libro celebrativo

Un talento siciliano, già parte della grande famiglia di Spider-Man, ha aggiunto un ulteriore tassello al suo rapporto con l’iconico supereroe Marvel che quest’anno ha compiuto sessant’anni. Marco Rizzo, trapanese di Erice, giornalista, scrittore, autore tra l’altro d’una lunga serie di fortunate graphic novel, sulle vite di Ilaria Alpi, Mauro Rostagno, Peppino Impastato e Che Guevara e dei bellissimi «Salvezza» e «…A casa nostra» (Feltrinelli Comics, 2018 e 2019), resoconto d’un salvataggio di migranti in mare e racconto della straordinaria esperienza della Riace di Mimmo Lucano, col disegnatore messinese Lelio Bonaccorso, è oggi anche tra gli autori del celebre personaggio in “Spider-Man Magazine”, rivista edita nel Regno Unito da Panini Comics UK e dedicata all’Arrampicamuri creato nel 1962 da Stan Lee e Steve Ditko.

Scritta da Rizzo con Steve Foxe, i disegni di Mario Del Pennino e i colori di Valentina Taddeo, la prima avventura del supereroe sarà pubblicata nei prossimi mesi anche in Italia, con altre storie inedite che vedranno il personaggio in azione ai giorni nostri. Un bel traguardo per il poliedrico sceneggiatore e giornalista siciliano, già curatore per Panini Comics della raccolta di figurine “The Amazing Spider-Man” e del volume celebrativo “Spider-Man – 60 stupefacenti anni”, firmato col palermitano Fabio Licari, entrambi usciti nei giorni scorsi.

Spider-Man è un supereroe iconico nella cultura pop e le tue storie ci mostrano un Peter Parker che vive e agisce oggi. Cosa puoi dirci?

«Personaggi come Spider-Man sono sempre al passo con i tempi e le generazioni e gli sceneggiatori americani hanno sempre raccontato il mondo reale aggiornando il personaggio. Il nostro è uno Spider-Man più giovane rispetto a quello dei fumetti pubblicati direttamente da Marvel: uno studente liceale circondato da un cast di comprimari altrettanto giovane, alcuni molto riconoscibili perché visti anche nei film e col parterre di nemici classici che esistono da 60 anni e fanno parte dell’immaginario collettivo, come Kraven e l’Avvoltoio, l’antagonista della prima storia. È un bellissimo affresco di personaggi a me cari, ma soprattutto questo Spider-Man è una versione aggiornata anche nelle tematiche tipiche della nostra contemporaneità, come l’ecologia e l’uso dei social network, non tradendo però le sue caratteristiche di base».

Sono storie che nascono da un grande amore per il personaggio, e rappresentano una bella sfida coerente con la frase iconica del personaggio: «Da un grande potere derivano grandi responsabilità». Infatti hai firmato il volume celebrativo per i 60 anni che a gennaio approderà negli Stati Uniti…

«Scrivere le storie di Spider-Man oggi è ben diverso dall’averle scritte negli anni ’60. È cambiato il contesto culturale. Ma questo supereroe non è una creatura su carta, bensì un punto di riferimento, per i valori che rappresenta, in primo luogo la responsabilità e il rispetto. Molti valori li ho imparati anche dai fumetti: come comportarmi coi più deboli, la solidarietà, l’assunzione di responsabilità. A Spider-Man e ad altri personaggi di fantasia devo la mia educazione sentimentale. Il volume ne ripercorre la vita editoriale decennio per decennio, con interviste ad autori mitici, e con la narrazione dei momenti più discussi, oltre che della genesi del personaggio, di come Ditko e Lee giunsero all’idea innovativa per l’epoca di un supereroe adolescente protagonista assoluto. È un volume che parla sia ai nostalgici che intendono ripercorrerne la vita editoriale, sia a chi, uscendo dalla sala, desidera conoscere la versione originale del supereroe».

Il compleanno di Spider-Man è caduto l’1 agosto scorso, a 60 anni esatti dal debutto sulla collana “Amazing Fantasy”. Qual è il suo fascino senza tempo?

«Credo la capacità di sollecitare identificazioni più facilmente rispetto ad altri personaggi, con storie e tematiche del mondo reale, se pensiamo che nelle vicende classiche di Stan Lee si parlava di Vietnam, droga, tossicodipendenza e nei fumetti più recenti di11 settembre, razzismo e intolleranza. Spider-Man è sempre stato lo specchio della nostra realtà. I supereroi DC come Superman e Batman sono infallibili e si muovono in città inesistenti; Spider-Maninvece è l’eroe di New York, e sotto la maschera è come noi, nel bene e nel male: fa gli stessi errori, ha le stesse insicurezze e spesso gli stessi problemi. Questa penso sia la chiave di un successo che oggi è trasferito in altri linguaggi, grazie ai film di Sam Raimi e a tutto quello che è stato fatto nei videogame, ma anche con cartoni e merchandising. È quindi un personaggio che si può declinare a seconda dei linguaggi e delle generazioni».

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